Quattordicenni aggrediti e derubati La baby gang in trasferta dall’Emilia

In tre denunciati dai carabinieri. Arrestato il leader di 17 anni: aveva già colpito l’estate scorsa a Riccione

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di Nicola Palma

"Cosa volete da me? Io non ho fatto nulla, stavo solo passeggiando...". Ore 19.30 di domenica, siamo in piazzale Dateo. I carabinieri della Compagnia Monforte fermano tre ragazzi: uno è particolarmente nervoso, chiede conto di quel controllo e dice di non avere con sé i documenti. I militari, però, non li hanno fermati a caso: qualche minuto prima, due quattordicenni sono stati bloccati per strada con la classica scusa della sigaretta; e uno di loro è stato derubato del portafogli e minacciato con un oggetto appuntito quando ha tentato di riprendersi i 60 euro che gli avevano appena rubato. Le descrizioni corrispondono: sono proprio quei tre i presunti aggressori entrati in azione in corso Indipendenza.

Un sedicenne e un diciottenne vengono denunciati: non abitano a Milano, ma sono arrivati nelle ore precedenti o il giorno prima dall’Emilia Romagna. Pure il diciassettenne, quello più spavaldo, vive da quelle parti, anche se non ha con sé la carta d’identità. Il fotosegnalamento in caserma farà emergere i precedenti in banca dati, a cominciare da una serie di colpi compiuti l’estate scorsa a Riccione, e i tre provvedimenti cautelari emessi a suo carico dal Tribunale per i minorenni di Bologna: i primi due ne disponevano il collocamento in comunità e l’ultimo in ordine di tempo il trasferimento in carcere come aggravamento delle precedenti misure cautelari meno afflittive e non rispettate (si è allontanato dalla struttura di recupero a cui era stato assegnato).

Cosa ci facevano in città? È una domanda a cui cercheranno di rispondere nelle prossime ore gli investigatori dell’Arma, coordinati dal maggiore Silvio Maria Ponzio, che sono subito intervenuti in piazzale Dateo perché in quelle ore stavano svolgendo un servizio straordinario di controllo del territorio in zona Calvairate, a meno di due chilometri di distanza. Un’attività sì mirata al contrasto dei reati, ma finalizzata soprattutto a far sentire (e vedere) il più possibile la presenza delle divise nelle zone periferiche e anche a intercettare le bande di adolescenti che hanno colpito di recente in diversi quartieri. L’indagine punta a capire quando siano arrivati i tre, se avessero un appoggio per la notte e se siano venuti in trasferta in Lombardia apposta per rapinare. Sì, perché non è la prima volta, in questo inizio di 2022, che ragazzi residenti in altre Regioni si fanno notare all’ombra della Madonnina: dal gruppo di torinesi accusati di aver preso parte ai raid sessuali di gruppo in piazza Duomo la notte di Capodanno agli skater altoatesini indagati per aver circondato e disarmato un agente della polizia locale tra via Fra Pacioli e viale Coni Zugna il 15 gennaio.

Ovviamente, le maggiori preoccupazioni sul fenomeno baby gang sono legate ai gruppi radicati nel territorio meneghino, più volte finiti nel mirino delle forze dell’ordine sia con interventi in flagranza che con indagini sviluppate sulla base delle denunce presentate dalle vittime. Solo venerdì scorso, gli agenti del commissariato Lambrate hanno identificato e arrestato quattro componenti di un gruppo (il quinto è finito in comunità) che si sarebbe reso responsabile di due colpi il 4 gennaio in piazza Leonardo da Vinci, nell’area verde davanti alla sede principale del Politecnico: stando alle indagini della polizia, al vertice c’erano due fidanzatini di 16 e 15 anni, già coinvolti in altri raid.

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