Quaranta anni fa la scoperta della P2. Gherardo Colombo racconta i segreti dell'inchiesta

Le indagini e il sequestro degli elenchi della P2. "Ci avessero lasciato indagare avremmo scoperto Tangentopoli nel 1981"

Gherardo Colombo

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«Se ci avessero lasciato l’inchiesta sulla P2, avremmo scoperto Tangentopoli dieci anni prima". Diciassette marzo 1981, quarant’anni oggi. I finanzieri mandati dai giudici milanesi Gherardo Colombo e Giuliano Turone perquisiscono casa e uffici di Licio Gelli e trovano gli elenchi degli iscritti alla loggia massonica segreta P2. Sono 963 nomi, tre ministri in carica, più di 200 militari e appartenenti alle forze dell’ordine, 44 parlamentari e nelle categorie professionali non mancano magistrati e giornalisti.

Dottor Colombo, qual è la prima cosa che le torna in mente di quella giornata?"L’ansia che avevamo addosso sia io che Giuliano. Arrivati in ufficio presto tutti e due quella mattina, scendemmo al bar del tribunale per prenderci un caffè scambiando due parole, ma aspettavamo una telefonata da un minuto all’altro".

Avevate la percezione di quello che sarebbe successo di lì a poco? "In realtà non avevamo particolare fiducia nel buon esito di quelle perquisizioni, non grandissime aspettative"...Invece il colonnello della Finanza arrivato a Castiglion Fibocchi in provincia di Arezzo, dove Gelli aveva gli uffici della sua ditta, chiamò Colombo per riferirgli di aver aperto una cassaforte e trovato materiale esplosivo. Cercarono di parlarne il meno possibile al telefono, per timore di essere intercettati.

E la mattina dopo?

"Arrivammo puntuali nell’ufficio del generale della Finanza che ci preparò un po’ alla sorpresa per quello che avremmo visto, l’elenco delle persone iscritte alla P2 con relativo numero di tessera e posizione contributiva". Tra le domande autografe in attesa di appprovazione, c’era anche quella del ministro di Grazia e Giustizia allora in carica. Pochi giorni dopo Colombo e Turone volarono a Roma dove, dopo una lunga anticamera a Palazzo Chigi, poterono informare di quanto avevano scoperto direttamente il presidente del consiglio Arnaldo Forlani. Prima di rendere pubblico il ritrovamento degli elenchi, il governo avrebbe però atteso non poco. "Per qualche settimana la gente non seppe che avevamo scoperto la P2" ricorda Colombo.

Tuttti quei documenti dove vennero custoditi? "Gli originali in cassaforte e, siccome temevamo per la loro sorte, una copia la nascondemmo nei fascicoli del collega Pietro Forno, che si occupava di terrorismo, facendogli giurare che non avrebbe aperto bocca".

Cosa pensò quando i processi celebrati a Roma si chiusero, anni dopo, con l’assoluzione di fatto generalizzata dall’accusa contestata agli iscritti alla P2 di aver cospirato contro lo Stato? "In realtà capimmo subito che sarebbe finita pressappoco così, appena la procura di Roma sollevò conflitto di competenza e ottenne l’assegnazione dell’inchiesta".

E a distanza di 40 anni come definirebbe la P2? "Basta rileggere quello che ne scrissero allora i “saggi“ nominati da Forlani e poi la commissione parlamentare presieduta da Tina Anselmi. Una rete di influenza e di potere occulto insinuata nei gangli dei poteri pubblici e della società civile. Uno Stato nello Stato, che agiva occultamente contro lo Stato".  

mail: mario.consani@ilgiorno.net  

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