"Quanto forte ti pensavo". Studenti e anziani alleati

Inzago, una sedia color glicine e un percorso contro la violenza di genere

"Quanto forte ti pensavo". Studenti e anziani alleati

"Quanto forte ti pensavo". Studenti e anziani alleati

La passione, l’affetto e le mani di due generazioni, ed ecco la sedia in ricordo di Romina Vento, color glicine, farfalle colorate applicate. Un ritrovo e un rinfresco in fondazione per “inaugurarla“: fianco a fianco gli anziani della rsa Marchesi e, accompagnati dalle loro insegnanti Antonella Fanizza e Margherita Soldano, gli studenti e le studentesse dell’istituto superiore Marisa Bellisario. Porta infatti firma doppia il lungo progetto scolastico “Quanto forte ti pensavo“, lunga cavalcata di seminari, incontri e laboratori sul contrasto alla violenza sulle donne. Romina una musa ispiratrice, come Giulia Tramontano, Giulia Cecchettin e tante altre donne e ragazze uccise.

La storia di Romina nella breve presentazione di Marta Mura, presidente della Fondazione. "Sapete tutti cosa le è accaduto. Qui anche oggi abbiamo la sua mamma, che sin dall’inizio è stata al nostro fianco". La sedia è una prima testimonianza concreta. "Desideriamo che tutti la vedano. Oggi farà il giro di tutti i nuclei della struttura. Poi la porteremo al pianterreno, dove c’è anche la fotografia di Romina".

Il laboratorio per realizzare la sedia si è svolto, fra scuola e fondazione, nelle scorse settimane. Ma il progetto dura già da novembre. Fra le iniziative una giornata focus su discriminazione e aspetti giuridici: violenza domestica, violenza assistita, violenza sui luoghi di lavoro, reato di violenza e processo penale. Ancora, poche settimane fa, “La cura“, giornata dedicata a prevenzione, buone pratiche e strategie per arginare la piaga di violenza e femminicidio. Si riprenderà dopo le vacanze estive, con una giornata scuola-istituzioni: Rete antiviolenza Viola, forze dell’ordine, case rifugio, amministrazione locale.

Fra i progetti di chiusura quello di realizzare al Bellisario una parete con i volti delle vittime di violenza. Una parete analoga è già al pianterreno della fondazione Marchesi, ed è purtroppo in costante “aggiornamento“: "Dovrei aggiungere nuove foto – spiega Marta Mura – ma sono un avvocato, e scelgo di attendere la definitiva chiusura dei ‘casi’. Alcune vicende sono molto chiare, altre più complesse, anche sul fronte giuridico. Ma certamente si procede". Una parete del ricordo ma anche un “Filo della vita“: fra un muro e l’altro della scuola sarà tesa una corda rossa con le foto di donne che si sono distinte nel campo della scienza, dell’economia, della musica e dell’arte. "La ultimeremo - spiega l’insegnante Fanizza - alla fine dell’intero percorso".

M.A.