Qualità della vita e la discesa di Milanao

Bruno

Villois

La classifica della qualità della vita realizzata dal Sole 24 Ore, punisce le grandi città e premia le medio grandi. Gli innumerevoli indicatori che ne determinano i risultati fanno emergere quanto l’ambiente da una parte e sicurezza dall’altra stiano diventano sempre più primedonne nell’idea degli italiani sulla vita di ogni giorno e su ciò che ne può caratterizzare, nel bene o nel male, la soddisfazione di viverla in un certo habitat e a certe condizioni. Lavoro, trasporti, tempo libero tendono anch’essi ad avere sempre più legittimazione, ma non è un caso se a punire Milano, seppur mantenendola nella top ten, siano proprio la sicurezza e l’ambiente, soprattutto per il tema della qualità dell’aria e delle componenti che tendono a se non peggiorarlo, sicuramente neppure migliorarlo, un ulteriore insoddisfazione deriva dagli esagerati canoni di locazione in ragione del reddito medio. Milano in primis, ma anche tutti gli altri capoluoghi di provincia della Lombardia, esprimono un reddito procapite al vertice italiano, così come lo sono il tasso di occupazione, quello per la propensione alla spesa, quelli della raccolta rifiuti, il suo smaltimento, attraverso moderni termovalorizzatori disposti a livello regionale nelle posizioni più opportune e necessarie, i quali hanno il potere incidere non solo sul piano smaltimento, ma anche su quello energetico, tema centrale della filiera dell’economia circolare che consente di dare corso ad un ottimale ciclo integrato per il riutilizzo. Senza dimenticare la straordinaria capacità attrattiva turistica e di business che ha dato corso ad uno straordinario impulso dello sviluppo urbanistico in altezza, così da riuscire anche a raddoppiare il verde pubblico cittadino. Stupisce che Milano abbia perso posizioni e gli altri capoluoghi siano collocati dal 14° posto in su, cominciando con Bergamo.La Lombardia e in particolare Milano stanno sviluppando, come nessun altro territorio italiano, un’azione congiunta tra sviluppo, modernizzazione e sostenibilità. Merito di una classe dirigente pubblica e privata che ha saputo, dopo aver superato la drammatica fase di Tangentopoli, organizzarsi con una progettualità che le ha consentito di collocarsi a pieno titolo tra le capitali europee.

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