Protesta in bicicletta per fermare l’ampliamento della discarica

A Inzago i cittadini hanno percorso il perimetro dell’enorme giacimento di rifiuti nelle campagne

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di Monica Autunno

In bicicletta intorno alla discarica, anzi, alle discariche: "La quarta, però, non la vogliamo". Ha aperto ufficialmente la stagione del no al lotto D della discarica del Gruppo Systema Ambiente a Cascina Redenta la biciclettata organizzata ieri mattina dai gruppi di minoranza Inzago al Centro, Inzago Città Aperta e Inzago Merita di più, cui hanno partecipato decine di cittadini. Un giro nel verde fra filari e appezzamenti con vista sull’ormai pluridecennale giacimento di rifiuti. A metà percorso un’illustrazione tecnica del progetto: come tappa il punto esatto da cui, se tutto dovesse andare in porto, si aprirà la nuova voragine inzaghese, la quarta in qualche decina d’anni. "Un progetto che preoccupa - così gli oppositori - perché risponde a soli interessi economici. Il post discarica dura almeno 25 anni, basta pensare alla non lontana Cavenago". L’orario del raduno le dieci di sabato, il luogo piazza Maggiore. Di qui le bici hanno percorso il centro verso la circonvallazione e infilato via Cascina Morando da cui parte l’anello del giacimento: l’antico lotto A (la vecchia cava Zacchetti), teatro di una lunga messa in sicurezza per la presenza di rifiuti pericolosi. Il lotto B dell’era Transeco, due milioni circa di metri cubi di rsu, esaurito nel 2002, ancora utilizzato per la captazione di biogas. Il lotto C, già Systema Ambiente, un milione e 142mila metri cubi di residuo rsu, ormai a termine, si parla di un anno, due al massimo. Il lotto D si estenderà dal confine con l’attuale C verso Cassano, avrà un milione e 200mila metri cubi di capacità e sarà corredato da un impianto di trattamento per 60mila tonnellate annue. La tipologia di rifiuto, sempre teorica. Sicuramente frazione ultima di rsu, forse in arrivo anche da altri bacini. Ma la grande partita è quella del rifiuto industriale non riciclabile e non pericoloso. "Il progetto - così Ernesto Fumagalli di Inzago al Centro - ipotizza uno scavo a 15 metri e un fondo argilloso di spessore importante, a confermare il possibile impiego per i rifiuti industriali. I lotti sarebbero stati quasi tutti acquisiti, tranne due".

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