GIAMBATTISTA ANASTASIO ENICOLA PALMA
Cronaca

Proposta per salvare l’estate in Garibaldi No al consumo dell’asporto, sì alla vendita

Torna in vigore lo stop a bevande e cibi take away dalle 22 e ai tavoli all’aperto dalle 24. I locali hanno un piano B

di Giambattista Anastasio e Nicola Palma

In corso Garibaldi potrebbe essere sperimentata un’ordinanza senza precedenti tra quelle varate negli ultimi anni per contrastare il chiasso e gli assembramenti provocati dai frequentatori dei locali nelle ore serali e notturne. Un’ordinanza che non vieterebbe di acquistare bevande e alimenti d’asporto nei locali e negli esercizi che affacciano sul corso ma ne vieterebbe, invece, il consumo sul pubblico suolo, il consumo in strada, il consumo al di fuori dei locali e degli esercizi pubblici dopo una certa ora, indicativamente dopo le 22. Tale divieto sarebbe valido soltanto in un tratto del corso lungo 70 metri, solo negli immediati dintorni del civico 104, dove si trova il condominio che si è rivolto con successo ai giudici amministrativi proprio per ottenere provvedimenti che silenziassero la movida. E così è stato. Attualmente in corso Garibaldi la vendita di bevande e cibi d’asporto è vietata dalle 22, mentre dalle 24 sono vietati i tavoli all’aperto: dopo la sentenza del Consiglio di Stato, il Comune ha infatti deciso di riesumare l’ordinanza più restrittiva, valida tutte le sere della settimana, a scapito di quella valida solo nel weekend. L’ordinanza che vieterebbe il consumo anziché la vendita dell’asporto è stata invece proposta al sindaco Giuseppe Sala dai titolari dei locali e da Confcommercio per tenere insieme due diverse necessità: il rispetto del pronunciamento del tribunale, che ha riconosciuto l’esistenza di un problema di decibel nelle notti di corso Garibaldi richiamando il Comune a disporre restrizioni severe, e, dall’altro lato, l’esigenza dei titolari dei locali di lavorare in un quadro di regole il più possibile omogeneo con quelle in vigore nel resto della città.

Ma non solo. Il Tar deve ancora esprimersi su un altro ricorso, presentato stavolta dai titolari dei locali, e il pronunciamento è atteso per settembre: un altro motivo, questo, per cui si chiede al sindaco un provvedimento prudenziale. Da qui l’opzione di vietare il consumo sul pubblico suolo. Il sindaco ieri ha fatto sapere di essere disposto a inasprire le regole sull’asporto: "Non escludo che sul tema dell’asporto ci possa essere qualche stretta. Su una cosa hanno ragione i commercianti: non possiamo vietare l’asporto solo per i bar e non per tutti gli altri. Ad esempio, i commercianti mi segnalano che ci sono baracchini che arrivano e vendono dopo che loro hanno chiuso. È nostro dovere far sì che ciò non avvenga". Il sindaco ha poi ricordato che con la Prefettura, gli esercenti, le società della vigilanza privata, Confcommercio e l’Università Bicocca si sta studiando un protocollo che consenta di dislocare personale nelle vie delle movida, appena fuori dai locali, che impedisca si creino assembramenti, si faccia troppo rumore e si consumino stupefacenti. "Stiamo lavorando con la Prefettura e i commercianti per trovare un protocollo che aiuti un po’ di più, al di là del tema dei divieti – spiega il sindaco –. Va fatta anche un’attività educativa".