Milano, caos in Pronto soccorso: urla e morso a un agente

La mattinata di follia di un 32enne portato al San Carlo dopo un incidente

L’uomo ha aggredito un agente e l’ha morso a un polpaccio

L’uomo ha aggredito un agente e l’ha morso a un polpaccio

Milano, 5 febbraio 2020 - Non voleva proprio saperne di sottoporsi agli esami sull’assunzione di alcol. Così l’automobilista “fresco“ di incidente stradale ha pensato bene di scagliarsi contro chiunque gli si parasse davanti, fino a quando è stato bloccato a fatica dalla polizia e arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Il parapiglia è andato in scena ieri alle 10.30 al Pronto soccorso del San Carlo: stando a quanto risulta al Giorno, l’uomo, un trentaduenne di origine uruguaiane, è arrivato in ospedale insieme agli agenti della polizia locale, ma a un certo punto ha cercato di andar via rifiutandosi di sostenere i test medici del caso. Le urla hanno richiamato l’attenzione di medici e infermieri, che però sono stati “risparmiati“ dalla furia dell’automobilista, in evidente stato di alterazione psicofisica. Sembra che l’uomo se la sia presa prima con i ghisa e poi con gli agenti dell’Ufficio prevenzione generale della Questura intervenuti in ausilio: un poliziotto si è preso pure un morso sul polpaccio nel tentativo, riuscito, di bloccare il trentaduenne; che, ammanettato e portato in via Fatebenefratelli, dovrà rispondere di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Niente di grave, per fortuna, per l’agente aggredito.

Purtroppo, l’episodio di ieri mattina è tutt’altro che isolato e rientra in una casistica allarmante di raid violenti: almeno 1.704 medici aggrediti verbalmente o fisicamente negli ospedali dell’Ats metropolitana in tre anni e mezzo, dicono gli ultimi dati aggiornati, di cui 713 solo nei primi sei mesi dell’anno scorso (numeri in vertiginosa crescita rispetto ai 704 di tutto il 2018 e ai 120 del 2016). "Un’emergenza autentica", ha affermato il presidente dell’Ordine dei medici Roberto Carlo Rossi, ricordando che le statistiche sono "arrotondate per difetto, poiché non esiste una vera contabilità del fenomeno". Un’emergenza da fronteggiare sì con la formazione dei camici bianchi a gestire situazioni critiche, ma anche con "un adeguamento legislativo per tutelarli".  

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