
Ives Bayemi, 29 anni, originario del Camerun
Un’iniziativa che unisce l’esigenza delle imprese di trovare personale qualificato e il diritto all’inclusione lavorativa di chi arriva da lontano. È questo lo spirito di “Integra”, il progetto promosso dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e realizzato da Formaper, che nel 2024 ha formato 154 persone immigrate e favorito 74 inserimenti lavorativi in aziende del territorio. I corsi – parliamo di un totale di 1.225 ore di formazione - hanno coperto settori ad alta richiesta come ristorazione, logistica, manifattura, edilizia e artigianato, formando profili tipo aiuto cuoco, operatore logistico, muratore, operatore di sala bar e di sartoria.
I partecipanti hanno un’età media di 30 anni e provengono da Africa (67%), Asia (13%), Europa dell’Est (10%) e Sud America (10%). Nel 2025 il progetto punta a fare di più: 250 persone coinvolte, con 18 corsi formativi (15 laboratoriali e 3 di lingua italiana per il lavoro). Di questi, 200 saranno avviati alla formazione professionale, mentre 50 seguiranno percorsi di italiano propedeutici al lavoro. L’obiettivo è ambizioso: 170 inserimenti lavorativi entro l’anno.
“Integra” è un progetto multisettoriale e multistakeholder, realizzato con la collaborazione di 4 enti del Terzo Settore, 8 associazioni di categoria e le loro scuole di formazione. Fondamentale la fase del matching con le imprese, resa possibile anche dal coinvolgimento delle Agenzie per il lavoro tramite Assolavoro. Insomma, un progetto concreto che guarda al futuro, in un contesto in cui – secondo il Sistema Informativo Excelsior – il fabbisogno di lavoratori immigrati potrebbe toccare 640mila unità nei prossimi 5 anni, specie nei comparti chiave dell’economia italiana come moda, agroalimentare, logistica, costruzioni e turismo.
“Il mio percorso con Integra è iniziato con i nostri assistenti sociali che ci hanno parlato del progetto – spiega Ives Bayemi, 29 anni, proveniente dal Camerun -. All’inizio mi aspettavo di acquisire una competenza professionale, ma è stato complicato perché era la prima volta che imparavo; quindi, adattarmi alle nuove lezioni è stato davvero difficile. Ma ho ricevuto una formazione come attrezzista meccanico e oggi lavoro come manutentore meccanico. Durante i corsi quello che mi ha colpito è stata la professionalità dei supervisori, è stato davvero un piacere incontrarli”.
Oggi lavora in un’azienda del territorio: come si sente in questo nuovo ruolo e quali cambiamenti ha portato nella sua vita, non solo professionale ma anche personale?
“Oggi mi sento felice e fortunato di aver potuto seguire questi corsi che mi hanno fatto entrare nel mondo del lavoro a livello personale e a livello professionale ho incontrato professionisti che mi supportano nel mio nuovo ruolo. È vero che la barriera linguistica è un vero problema per noi che veniamo da lontano ma da parte mia mi sono adattato in fretta; come si dice a casa, tutto è facile per chi ha la volontà".
Se potesse parlare con altri immigrati che oggi si trovano in difficoltà, quali suggerimenti darebbe loro?
“Il consiglio che posso dare ai miei fratelli immigrati è di non arrendersi mai, nonostante le difficoltà, di credere in sé stessi e nei propri sogni". Anche l’esperienza di Ibrahim Abdelfattah Mahmoud Mohamed, di soli 21 anni, originario dell’Egitto, è stata positiva: “All’inizio non sapevo bene cosa aspettarmi, ma volevo trovare un lavoro e costruire una vita migliore. Era difficile all’inizio perché non conoscevo bene la lingua italiana e non capivo tutto. Però piano piano ho imparato. Ho fatto dei corsi di formazione per il lavoro, come muratore. Mi è stato molto utile perché ho imparato tante cose: mi ha colpito che tutti ci aiutavano, anche se facevamo fatica a capire. Oggi lavoro da poco in un’azienda e mi sento contento. All’inizio avevo paura, ma adesso mi sento più sicuro. Imparo a lavorare in squadra, a rispettare gli orari, ad avere più responsabilità e posso aiutare la mia famiglia”.
La barriera linguistica è stata per lei particolarmente difficile da superare?
“Sì, ma ho seguito i corsi e questo mi ha aiutato a parlare meglio, a capire al lavoro e anche con le persone fuori. Quando parli la lingua, ti senti più sicuro. Se potessi rivolgermi agli altri ragazzi immigrati direi loro di non mollare, di accettare l’aiuto degli educatori e operatori e di imparare la lingua. Anche se è difficile all’inizio, le cose migliorano. Alle aziende italiane direi grazie per l’opportunità e di continuare a credere nei giovani stranieri. Possiamo imparare e lavorare bene se ci danno fiducia".