Profumo di chiacchiere: tutti in coda

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La scena ormai è un classico dei fine settimana di febbraio: macchine in doppia fila e una lunga coda di persone sul marciapiede che costeggia via Gramsci. Tutti in paziente attesa del proprio turno per arrivare al piccolo bancone di Busi e portarsi a casa le famose chiacchiere. Una fama, quella delle chiacchiere Busi, costruita tutta alla vecchia maniera. Niente campagne social, niente influencer o food blogger scrocconi e niente stelle, forchette o cucchiaini sulle guide gastronomiche. Solo il profumo che avvolge l’intero quartiere e uno slogan che tutti conoscono e che riporta a un’altra era geologica: “Cicciarem un ciccinin con chiacchiere Busi”. E da un’altra epoca arriva anche la nascita di questo laboratorio di pasticceria che ha da poco festeggiato il secolo di vita. Tutto iniziò infatti nel 1921, quando Marino Busi, originario di Pavia, e la moglie Lucilla aprirono a Milano il proprio forno, nel quale – nel periodo d Carnevale – si producevano già le chiacchiere. La notorietà dei prodotti e delle chiacchiere del “sior Marino” si consolidò con il figlio Eugenio, che prese il posto del fondatore nel Dopoguerra e mise a punto il sistema di cottura, segreto gelosamente custodito da mezzo secolo, che ancora oggi viene utilizzato e che è all’origine del successo delle loro chiacchiere. Con l’ingrandirsi dell’attività arrivò anche il trasferimento a Cormano. L.T.

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