
di Francesca Grillo
Li abbiamo chiamati eroi, mentre bardati con le tute bianche entravano nelle case dei malati covid. Hanno lavorato con la paura addosso, ma ci sono sempre stati. Poi sono passati per untori, per quelli che il virus se l’erano inventato per "fare allarmismo" nelle farneticazioni dei negazionisti. Ne hanno passate tante i soccorritori, che ora dicono "basta".
Tra Milano e l’hinterland è forte la preoccupazione per i professionisti del primo soccorso, e i motivi sono tanti. Partiamo dal Corsico, dove il forte calo dei volontari ha impedito alla Croce Verde Apm di partecipare alle convenzioni di Areu, limitando il servizio offerto. Dopo 40 anni sul territorio, la Verde di Corsico, costola della Croce milanese, non sarà più operativa h24.
All’origine della decisione c’è la carenza di volontari, spiegano i vertici della Verde, calati vertiginosamente in questo anno di Covid. Troppo pochi quelli rimasti per riuscire a coprire tutte le richieste di intervento: la Verde farà servizi estemporanei, quando potrà coprire i turni. Una novità che preoccupa i lavoratori, anche se dalla presidenza della Croce assicurano: "I posti saranno salvaguardati".
Ma i soccorritori professionisti hanno bisogno di certezze e temono una riorganizzazione del lavoro. Lo stesso pensiero, anche se per un altro motivo, condiviso dai colleghi milanesi di altre croci, sul piede di guerra per la riforma di Areu che prevede, con il nuovo piano, due terzi delle ambulanze con a bordo due operatori invece di tre.
L’Azienda regionale emergenza e urgenza difende la scelta "dicendo che così saranno attive più ambulanze sul territorio, ma due soccorritori non possono immobilizzare i pazienti vittime di traumi, garantire una rianimazione adeguata. Verrà giudicato caso per caso, dove inviare l’ambulanza con la squadra da due o da tre, ma quante volte capita che un paziente si aggravi nel giro di pochi istanti? Senza parlare dei protocolli che prevedono equipaggi da tre: bisognerà rifare tutto", spiegano i soccorritori, che per manifestare dissenso e farsi parte attiva nella protesta hanno creato il sodalizio “Milano Coordinamento soccorritori”. Un movimento che vuole mettere in luce il disagio che vivono i lavoratori.
Preoccupazioni che passano anche per la perdita del posto di lavoro a causa delle "assegnazioni delle convenzioni del nuovo bando Areu – dicono –. A sorpresa, ci sono croci che fino all’anno scorso avevano poche convenzioni e ora se ne ritrovano oltre 20 assegnate". Parlano, per esempio, della Maria Bambina e di Ata, che operano in sinergia della cooperativa First Aid, dicono i soccorritori. La paura è che le convenzioni prese da queste croci (saranno assegnate ufficialmente dopo i controlli) tolgano posti di lavoro alle altre, per questo "chiediamo ad Areu che si faccia carico del ricollocamento del personale che rimarrà senza impiego, con lo stesso trattamento economico", dicono da Mcs. e aggiungono: "Areu sospenda le colonnine – stazionamenti delle ambulanze sulla strada in attesa della chiamata del 118, ndr –: non ci sono condizioni igieniche adeguate per tutelare i soccorritori".