Milano, 24 agosto 2023 - “Ma ce lo metti il profumo dentro la crema? Perché guarda che l’ho annusata... sa di vinavil eh? Sa di colla... che c... gli dai a una persona una crema per il viso che sa di vinavil, ma cosa c’hai messo dentro il principio attivo del vinavil?"
Gli “apprendisti stregoni“ erano una banda, 12 persone, quasi tutte campane e tutte residenti fra Milano e l’hinterland che avevano messo in piedi una redditizia attività di contraffazione di creme dei marchio Somatoline per la cellulite, L’Oreal per il corpo, Manetti e Roberts e Kerastase per i prodotti di cura per capelli.
Le indagini sono state condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano e sono partite dalla denuncia di una delle aziende satellite che aveva registrato una forte anomalia nelle vendite: cioè una flessione degli ordini, ma un incremento delle vendite. I finanzieri dopo una indagine più approfondita hanno svelato il meccanismo della truffa consistita nella creazione di una filiera di produzione e di commercializzazione che faceva capo all’azienda con sede in piazzale Libia di nome Biokosmos (con sito internet completamente sgrammaticato e partita Iva “sbagliata“, hanno rilevato i finanzieri) in grado di contraffare tutti i prodotti per la cura del corpo. In realtà i campani che facevano capo a D.O., 52 anni, residente a Vanzago già noto alle forze dell’ordine, avevano messo in piedi tutta una filiera produttiva-distributiva del falso cosmetico "made in Biokosmos".
Stipulavano contratti con i fornitori di materiale propedeutico alla realizzazione del prodotto, come i finti flaconi, ingredienti come essenze profumate, vasetti, tubi per le creme, contratti per immettere in maniera meccanizzata i contenuti, cioè le creme da loro prodotte, e prendevano contatti poi con gli acquirenti dell’hinterland partenopeo.
Dalle conversazioni intercettate è parso evidente agli investigatori che tutte le linee guida dei regolamenti europei sulla produzione dei prodotti cosmetici erano dolosamente disattese. I prodotti, fra l’altro, le creme erano prive non solo di ogni minima efficacia, ma addirittura erano pericolose per la pelle.
Come ad esempio le creme solari. Ecco cosa si dicevano al telefono i produttori della crema taroccata: "La crema dovrebbe avere il filtro 50, che poi noi lo sappiamo che non ce l’ha. Che filtri bisogna usare - chiede uno - Eh bisognerebbe usare i filtri veri, non il biossido di titanio che si usa per il bianco delle macchine... perché non è che quella sostanza protegge dal sole, il biossido è quello che si usa nei tic tac hai presente i tic tac .. ecco quello è il biossido di titanio.. quello sbianca, ma non protegge. Però non è che il filtro si vede se c’è o non c’è, cioè si vede l’effetto sulla pelle quando hai 60 anni, ma non subito...".
E poi l’anticellulite che si mescolava alla polvere a terra nei magazzini:
"Siccome abbiamo un sacco di m.. che sta per terra la possiamo fare fuori, io la voleva mettere dentro la mousse - dice uno degli indagati - vabbè dai è solo un po’ di polvere dentro".
La banda ha molte richieste di flaconi di shampoo all’Olio di Argan e al telefono uno di loro parlando con uno degli ingrossi dell’hinterland campano: "Eh io lo produco perché me lo chiedono, io faccio quello che vuole la gente. E una persona (non indagata) chiede: "Ma che ci metti dentro l’olio di Argan vero?"
La risposta "No, ma va, lo 0,0000 per cento, praticamente ci metto solo l’etichetta, ma sai la gente lo vuole e dice pure che è un ottimo prodotto ( ride )".
In un caso una acquirente campana si lamenta perché una signora le ha riportato indietro un flacone di crema in cui all’interno aveva trovato un ragno. "I flaconi che mi avete portato sono mega mega mega sporchi e sono andata a guardare dentro ci ho trovato di tutto".
Ogni confezione veniva etichettato L’Oreal e Kerastase, naturalmente con etichette perfettamente riprodotte. I due colossi del beauty si sono costituiti parte civili.
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