Il manager che narcotizzava e violentava: parti civili tutte le donne vittime degli abusi

Processo ad Antonio Di Fazio: riuniti in un unico procedimento tre filoni dell'inchiesta

Il manager Antonio Di Fazio è stato arrestato nel maggio scorso

Il manager Antonio Di Fazio è stato arrestato nel maggio scorso

Milano - Tutte le vittime di Antonio Di Fazio, manager del settore farmaceutico arrestato nel maggio scorso per il caso di una studentessa di 21 anni che sarebbe stata attirata nel suo appartamento con la scusa di uno stage, poi narcotizzata e violentata, sono state ammesse come parti civili nel processo in abbreviato. Il professionista è destinatario pure di una nuova misura cautelare per altri, analoghi episodi di violenza sessuale ai danni di altre cinque donne, tra cui l’ex moglie, che l’uomo avrebbe anche tentato di uccidere.

L’ex moglie, difesa dall’avvocato Maria Teresa Zampogna, si è costituita parte civile anche per conto del figlio minorenne. Nell’udienza di ieri sono stati riuniti in unico processo vari procedimenti: quello sul primo caso contestato a Di Fazio, l’altro che riguarda le ulteriori cinque donne e quello a carico di Di Fazio per il reato di possesso di segni distintivi contraffatti e falso per essere stato trovato in possesso di un led lampeggiante in uso alle forze dell’ordine e di un tesserino contraffatto. L’ex moglie, secondo gli inquirenti, è vittima in totale di 4 reati commessi dal 2009 al 2017: violenza sessuale con uso di narcotici, tentato omicidio premeditato, maltrattamenti in famiglia e stalking.

"La mia assistita è sopravvissuta ad un femminicidio premeditato - ha spiegato l’avvocato Zampogna - e grazie all’operato di sezioni specializzate della Procura e della Polizia Giudiziaria potrà ottenere giustizia dopo 13 denunce inascoltate". Il processo è stato aggiornato al 28 febbraio.

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