Potrebbe essere considerato il “decano“ degli albergatori milanesi, Ezio Indiani, 71 anni. Ne ha vista di acqua passare sotto i ponti. In particolar modo, la sua Milano, in quasi vent’anni ai vertici del Principe di Savoia, è mutata e con essa anche le esigenze di chi, come lui, vuole garantire un soggiorno accogliente e sereno agli ospiti “facoltosi” e ai turisti che scelgono lo storico hotel come metà d’appoggio.
Secondo lei da quando Milano è diventata la città più insicura d’Italia?
"Le cose sono peggiorate nell’ultimo periodo. La riforma Cartabia (ministro alla Giustizia del Governo Draghi, ndr) poi non ha facilitato nemmeno il lavoro alle forze dell’ordine. Spesso furti e borseggi succedono proprio qui fuori, ma poi le vittime non riconoscono i malviventi e rimane tutto nell’oblio. Se diventa difficile perseguire il reato e la giustizia arranca, allora, si va incontro ad una battaglia persa in partenza. Il clima è quello dello scoraggiamento".
Qual è la situazione percepita all’esterno dell’hotel? "Questo è un altro tema importante da toccare. I giardini in piazza della Repubblica sono diventati dei dormitori a cielo aperto, uno sfregio per la nostra città e una brutta vetrina per i turisti stranieri in visita. Una buona soluzione, e lo dico senza pregiudizi, è l’espulsione diretta delle persone che si trovano sul nostro territorio e delinquono. Negli altri Paesi del mondo è questo il sistema operativo. Perché in Italia no?". Ha avuto modo di discuterne anche con gli altri albergatori milanesi?
"Certo. La preoccupazione è comune ai miei colleghi. E l’ansia generalizzata coinvolge anche i nostri dipendenti. Capita di finire il turno a sera inoltrata, alcune sono ragazze giovani, le facciamo accompagnare per un tratto di strada sul percorso di rientro a casa, stando attenti che non ci sino sguardi indiscreti".
M.R.