"Primina, ci sei mancata" 11 minuti e mezzo di applausi

Duemila under 30 riconquistano il Piermarini e promuovono lo spettacolo. Tra gli spettatori il nipote di Chailly: "Coinvolgo i compagni di classe con l’Opera"

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di Simona Ballatore

C’è la fila davanti al Piermarini, abiti con strascico e lustrini, giacche nere e papillon (più mascherine e green pass). Ci sono le proteste di piazza, col “No Draghi Day“ indetto dai Cub. E dopo undici minuti e mezzo di applausi, per cento ospiti c’è pure la cena di gala, col gruppo giovani di Milano per la Scala e il network Juvenilia : un terzo degli invitati viene dall’estero. Bentornata “Primina“: la dodicesima anteprima dedicata agli under 30, dopo un anno di stop causa pandemia, ha un sapore diverso. Da 7 dicembre. Ci sono i fedelissimi, quelli delle rimpiante notti al gelo per conquistare il biglietto: "Bei tempi – ricorda Eleonora Pucci arrivata con Lorenzo da Forte dei Marmi –. Quest’anno, con internet è stato più complicato. E pensare che mi sono collegata un’ora prima del via: quando indicavi il posto non facevi in tempo a finire che era già sparito. Ma ce l’abbiamo fatta e quanto ci è mancata l’anno scorso la Primina? Ci sono stati tanti applausi a scena aperta, anche al coro, tanta era la voglia del pubblico di farsi sentire. Macbeth ci ha conquistato: un’opera elegantemente sanguigna con Anna Netrebko vera regina: da 10". Tra i giovanissimi spettatori c’è anche Riccardo, 15 anni, nipote del maestro Chailly: "Ho coinvolto i miei compagni di classe del liceo scientifico anche perché l’Opera è davvero molto bella", racconta, circondato dagli amici. Studia violoncello al Conservatorio, ha "perso il conto" tra Prime e Primine "ma dopo una brutta chiusura è un bel segnale per la Scala, musica e per l’Opera".

Il foyer torna a popolarsi: il teatro è a capienza piena, duemila i giovani spettatori. C’è chi si cambia le scarpe al volo prima di solcare i gradini vellutati: stivali in una sacca, tacco 11 e via. C’è chi invece non bada a formalità e non abbandona sneaker e jeans. E c’è chi sfila di rosso vestita raccogliendo complimenti per la mise: "Sono due anni che aspetto di indossarlo – strizza l’occhio Marta Cremascoli di Casatenovo (Lecco) alla sua terza Primina –. Ho 23 anni, mi hanno già sottratto un anno così prima dei 30, un altro non potevo perdermelo. Sono affezionatissima alla Scala: ho fatto la maschera per un anno e sono abbonata". Al suo fianco c’è l’amico Marco Calderara di 24 anni, musicista: "Da quando hanno riaperto i teatri cerco di non perdermi uno spettacolo. Dagli anni di Pereira ad oggi la Scala sta facendo tanto per i giovani". Attraversa il foyer in quel momento il sovrintendente Dominique Meyer: "Credo che i miei predecessori abbiamo avuto un’idea fantastica e noi continueremo con questa tradizione: le nuove generazioni sono il pubblico di oggi e domani. I ragazzi sono tutti eleganti, vestiti da festa", sorride. Preoccupato per Sant’Ambrogio? "Da tempo ho tolto la corrente ai nervi – risponde –. A 33 anni ero direttore dell’Opéra di Parigi e ho avuto 34 capi di Stato tra i quali Bush all’inaugurazione dell’Opéra Bastille: altri problemi, in termini di sicurezza. Sono vaccinato contro l’ansia".

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