Prima diffusa, dal Gratosoglio al Virgilio: "Amo il rap ma che scoperta Boris Godunov"

Una serata speciale, che unisce le diverse anime della città

Milano, 7 dicembre 2022 - Le luci gialle all'ingresso brillano nella nebbia. "È qui la Prima?", chiedono due ritardatari mentre nella sala buia tutti gli occhi sono già incollati al maxi schermo per vedere "Boris Godunov" in diretta dal Teatro alla Scala. Anche qui si respira aria di festa, "ai confini dell'impero", dice qualcuno alla Comunità Oklahoma di via Baroni al Gratosoglio che per il terzo anno è tra i luoghi della Prima diffusa (quest'anno 35 siti sparsi tra i Municipi e l'hinterland) promossa da Comune di Milano, Teatro alla Scala ed Edison per portare l'Opera al grande pubblico. In questa realtà che accoglie minori in difficoltà, 70 spettatori del quartiere si accomodano sulle sedie. Ad assistere anche qualche ragazzo ospite. "Mi incuriosisce vedere quest'Opera: non ne ho mai vista una. Io scrivo musica rap", commenta un diciassettenne.

Prima diffusa al Gratosoglio
Prima diffusa al Gratosoglio

Qualcuno canta a bassa voce l'inno nazionale prima che si apra il sipario. Poi, silenzio, mentre nel laboratorio di cucina si prepara il risotto giallo da offrire a fine spettacolo. Una serata speciale, che unisce le diverse anime della città. "Anche questa è un'opportunità per educare e per creare un ponte con il quartiere", sottolinea Andrea Cainarca, direttore della comunità. Ma si va anche al liceo a vedere in diretta l’opera di Musorgskij che inaugura la stagione del Piermarini. Le porte del Virgilio di piazza Ascoli, unica scuola fra i 35 luoghi di proiezione, si sono aperte al quartiere per la Prima Diffusa: un centinaio gli spettatori in Aula Magna. 

Prima diffusa al Gratosoglio
Prima diffusa al Gratosoglio

È la terza volta, l’ultima era stata per la “Tosca” di Puccini nel 2019 poi il Covid, fino al ritorno, con il "Boris Godunov", dell’iniziativa voluta fortemente dal dirigente scolastico Roberto Garroni, convinto che «la musica svolga una parte importante nel percorso culturale e che la scuola debba essere aperta al territorio, non una monade chiusa in sé». Una convinzione portata avanti anche nel percorso scolastico dei circa 1.800 studenti del classico, scientifico, linguistico e scienze umane che contempla il potenziamento musicale nel pomeriggio. «La risposta da parte dei ragazzi è stata sorprendente, in un mese abbiamo messo assieme un coro che conta 35 elementi. Anche se non è un liceo musicale, hanno espresso grande interesse per l’opera lirica e come tenore ne sono orgoglioso: è l’opera d’arte totale» spiega Giacomo Marino, 32enne docente di potenziamento musicale (e anche nel coro dell’Accademia della Scala). 

 

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