NICOLA PALMA E MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Milano, preso a pugni dall’ex scafista: "Mi ha rotto il naso, ho avuto paura mentre urlava “Allah Akbar”

La testimonianza di uno dei passanti aggrediti da Ibrahim Tawfik in viale Monza lo scorso 14 ottobre

MigrationLa pagina del Giorno dello scorso 15 ottobre. Nella foto, la bicicletta dell’aggressore

Milano – “Mi ha strattonato, poi mi ha preso a calci e pugni urlando ‘Allah Akbar’ con il Corano in mano. Era fuori di sé, ho pensato fosse sotto effetto di droghe. Quando ho provato a calmarlo mi ha picchiato più forte e mi ha rotto il naso: ho avuto davvero paura".

A raccontare al Giorno l’aggressione subita nel primo pomeriggio di sabato 14 ottobre in viale Monza, all’altezza di Villa San Giovanni, è uno dei passanti presi di mira da Ibrahim Tawfik, ex scafista egiziano di 33 anni, poi arrestato, che ha dato in escandescenze all’improvviso riversando il suo “odio per l’Occidente" contro le persone che gli capitavano a tiro. Casualmente tra le sue grinfie sono finiti una donna e due uomini tra cui un ecuadoregno di 44 anni, a Milano da 15, operatore socio sanitario in una struttura, che è ancora scosso per il pestaggio. È l’unico rimasto ferito. "Sono stato accompagnato all’ospedale Bassini – spiega – e ho avuto 10 giorni di prognosi. Non dimenticherò mai il terrore provato in quel momento. Non ho raccontato niente a nessuno: solo a mia moglie a ai miei colleghi". E chiede l’anonimato.

L’aggressore si è avvicinato a lei con un pretesto?

"Sì. Erano passate da poco le 14, ero uscito dal lavoro e stavo camminando verso la stazione della metropolitana di Villa San Giovanni, quando quest’uomo vestito con una lunga tunica e il Corano in mano mi ha fermato chiedendomi se avessi un accendino. Io gli ho risposto di no e mi stavo allontanando ma lui mi ha preso per le spalle bloccandomi. Poi mi ha strattonato e ha iniziato a prendermi a calci e a pugni. Mi ha pure strappato di dosso il mio zaino e lo ha lanciato su una macchina di passaggio. L’automobilista ha proseguito, non fermandosi forse per paura".

E cosa ha fatto?

"Mi sentivo impotente, ho cercato di calmarlo ma lui mi ha sferrato un pugno fortissimo rompendomi il naso. D’istinto mi sono portato le mani al volto, sporcandomi tutto di sangue. Il sangue continuava a colare sulla maglietta".

Urlava “Allah Akbar“?

"Sì, e teneva il Corano in mano. Ho capito che quell’uomo fosse un fanatico dell’Islam e per quel che ne sapevo in quel momento poteva anche essere un terrorista, anche se pareva più un disperato in preda agli stupefacenti. Ha picchiato altre due persone, tra cui una donna, prima che la polizia lo fermasse. Mi sono davvero spaventato e l’idea che una cosa del genere possa capitare ancora, anche vista la tensione dovuta alla guerra in Palestina, mi preoccupa molto. Ho paura di incontrare altre persone pericolose, o che possa capitare ad altri: non si può stare tranquilli".

È risuscito a recuperare il suo zaino?

"Sì. Ho presentato denuncia alla polizia, anche perché dentro c’erano le mie chiavi di casa, ed è stato recuperato".