
Luigi Settembrini è uno scrittore italiano, ideatore e curatore di progetti di arte contemporanea
Luigi Settembrini se n’è andato domenica 25 maggio a Milano, all’età di 88 anni. Con lui scompare uno degli interpreti più raffinati della comunicazione culturale italiana, l’uomo che ha saputo trasformare la moda in un linguaggio contemporaneo capace di dialogare con l’arte, il design e la società.
Nato a Milano il 15 febbraio 1937 da genitori napoletani, Settembrini portava nel nome l’eredità del patriota risorgimentale e nello stile quella eleganza pensosa che ha caratterizzato tutta la sua carriera. Discendente diretto dell’omonimo intellettuale dell’Ottocento, ha saputo reinterpretare la cultura visiva italiana in un dialogo costante tra tradizione e innovazione.
L’annuncio della scomparsa è stato dato oggi da Pitti Immagine, dove aveva lavorato per anni come consulente generale per le strategie, la comunicazione e l’immagine. Il presidente Antonio De Matteis, insieme al Consiglio di Amministrazione, ha ricordato “con affetto Luigi Settembrini che con intelligenza e grande passione ha lavorato per anni a Firenze al rilancio della loro società”.
Dagli esordi giornalistici alla rivoluzione della moda
Giornalista agli esordi tra Il Tempo e Il Giorno negli anni Cinquanta e Sessanta, Settembrini si era presto orientato verso i territori della pubblicità e del marketing culturale, collaborando con gruppi internazionali come El Corte Inglés e Formfit Rogers. Ma è nel sistema moda che ha trovato la sua voce definitiva.
Tra la fine degli anni Ottanta e i Novanta è stato tra i principali artefici del rilancio del Centro di Firenze per la Moda Italiana e della nascita di Pitti Immagine come piattaforma culturale. Visionario e metodico insieme, ha saputo trasformare le fiere fiorentine da semplici eventi commerciali in momenti di riflessione culturale.
Le mostre che hanno fatto storia
Curatore di oltre trenta progetti culturali, Settembrini ha firmato alcune delle mostre più innovative del panorama italiano. Tra le più celebri, “La Sala Bianca: la nascita della moda italiana”, curata con Luca Ronconi e Gae Aulenti tra Palazzo Strozzi nel 1992 e il Louvre di Parigi nel 1993. Un momento chiave per il riconoscimento internazionale del made in Italy.
Nel 1994 ha curato la sezione moda dell’epocale “The Italian Metamorphosis 1943-1968” al Guggenheim Museum di New York, mentre nel 1993 ha ideato “La regola estrosa, cento anni di eleganza italiana”, allestita da Pierluigi Cerri alla Stazione Leopolda di Firenze.
La Biennale di Firenze, l’evento che ha cambiato tutto
Il capolavoro di Settembrini resta la Biennale della Moda di Firenze del 1996, evento di rottura che ha unito artisti, designer e stilisti attorno al concetto di tempo e moda come motori della contemporaneità. Pensata insieme a Germano Celant, Ingrid Sischy e Franca Sozzani, la mostra ha visto protagonisti nomi del calibro di Roy Lichtenstein, Damien Hirst, Mario Merz, Kiki Smith e Nam June Paik. Il successo fu clamoroso: oltre un milione di visitatori.
Negli anni Duemila ha trasferito il suo spirito progettuale anche in Spagna, dirigendo le prime edizioni della Bienal de Valencia con mostre come “Las Pasiones” (2001) e “La Ciudad Ideal” (2003), curate da Achille Bonito Oliva, Robert Wilson e Sebastião Salgado.
L’impegno per il design milanese
Dal 2000 al 2009, chiamato da Manlio Armellini alla consulenza di Cosmit, ha progettato manifestazioni culturali per il Salone Internazionale del Mobile. Tra queste, la mostra “Made in Italy?” del 2001 alla Triennale di Milano e “Camera con vista” sui cento anni di arte, design e immagine italiani a Palazzo Reale nel 2007.
Scrittore e saggista dell’estetica italiana
Non solo curatore, Settembrini è stato anche narratore curioso di estetiche e paradossi italiani. Tra i suoi libri più noti “A New York non si muore di vecchiaia” (Rizzoli, 1980), “Vestiti, usciamo” (Mondadori, 1986) e l’autobiografico “Stanze e Segreti. Memorie di un seduttore incerto” (2019). La sua scrittura colta e ironica raccontava un’Italia metropolitana e nostalgica, pop e colta insieme.