LAURA LANA
Cronaca

Presidio contro il caro-centri estivi: "Poi parlano di aiutare le famiglie"

Cinisello Balsamo, partecipano anche insegnanti ed ex educatori: l’amministrazione se ne lava le mani "Aumenti fino al 65 per cento: arriveremo a pagare 130 euro a settimana contro i 79 dell’anno scorso".

"Ormai costa troppo anche non andare in vacanza", si legge su uno dei cartelloni esposti ieri pomeriggio per protestare contro il rincaro dei centri estivi. Un sit in che ha visto uniti genitori, docenti ed ex educatori, nonni, bambini ed esponenti dell’opposizione. "Questo presidio è nato in una chat da persone che volevano dire la loro. Siamo contenti che siamo qui in tanti, anche se qualcuno ha cercato di non farci essere in questa piazza", è stato detto dai promotori. "Arriveremo a pagare 130 euro a settimana, dai 79 dello scorso anno. Potevano andare bene 100, ma così è troppo. Chi non può permetterselo, cosa fa?", chiede un papà.

Gli striscioni spiegano chiaramente il motivo del flashmob: "Lavoro e famiglia dobbiamo conciliare. Senza aiuto non lo possiamo fare". E, ancora, "Se al campus non posso andare, in Comune mi devi portare". "Capiamo che i costi sono aumentati per tutti, ma in questo modo si scaricano sulle famiglie", denuncia un nonno.

Il rincaro va dal 45 fino al 65%, secondo i conti di genitori e comitati. "Come gruppo di insegnanti ed ex educatori diciamo che si tratta di un problema complessivo sui servizi. Il Comune se ne lava le mani. Diventa tutto solo una questione di soldi per un lavoro che è essenziale ma che viene svolto da operatori a costi inferiori rispetto a quello che dovrebbero prendere e che prende un educatore pubblico".

Mercoledì c’è stato un incontro tra giunta, associazioni e comitati, ma non ha dato l’esito sperato dalle famiglie. "L’amministrazione ha scritto che questo presidio sarebbe stato organizzato in ogni caso. Sì, questo presidio andava fatto". Contestati i fondi destinati agli oratori, i minori contributi a sostegno dei campus estivi e della mensa, i rincari in un momento in cui le famiglie sono in difficoltà e la non copertura totale dei costi, da parte del Comune, per garantire il servizio anche ai bambini e ai ragazzi disabili (dai 650 euro del 2017 la quota è scesa a 370 euro a settimana). "Siamo qui a ribadire il valore educativo dei centri estivi e la non sostenibilità di queste tariffe: diventa quasi più conveniente prendere un’aspettativa da lavoro – commenta una mamma –. Abbiamo avuto solo un muro nell’incontro di mercoledì".