
Da sinistra, Marinella Rossi e Marianna Vazzana accompagnate dal vicedirettore Laura Fasano
Milano, 12 aprile 2015 - Le loro storie, prima di tutto. Perché sono queste che ci interessano. Il nuovo ricatto a Lapo Elkann raccontato in esclusiva, al termine di una giornata al cardiopalma che meriterebbe un pezzo a parte. La vita dura ai limiti dell’assurdo degli immigrati clandestini, le terre dei fuochi, la chiusura della Mivar. E poi ancora il caso Poggi, la fatica - provata sul campo - di trovare un mutuo se non hai un lavoro vero, le occupazioni abusive, l’acquisto (hanno fatto anche questo, e credeteci sulla parola) di armi da guerra sul mercato illegale. Storie di cronisti. Storie scritte dai cronisti di razza, quelli che ieri a Milano hanno ricevuto il Premio Vergani.
«Il Giorno», il nostro quotidiano, ha fatto il pieno. Un premio alla nostra Marinella Rossi, giudiziarista, per l’affaire Elkann, la torbida vicenda di un ricatto svelato in anteprima. E un altro premio a Marianna Vazzana, la giovane giornalista che ha visto con i suoi occhi e riferito a tutti le condizioni miserevoli in cui si trovano gli immigrati clandestini più indifesi, i minori. Ma ci sono anche gli altri: Luca Rinaldi (linkiesta.it), Manuela D’Alessandro e Frank Cimini (Giustiziami.it), Paolo Andriolo (Telelombardia), Giacinto Pinto (Tgr della Lombardia), Elisabetta Santon (TgRai della Lombardia), Tiziana De Giorgio e Matteo Pucciarelli (la Repubblica), Giorgio Sturlese Tosi (Panorama), Franco Cattaneo (Vita da Cronista), Filippo Azimonti (alla memoria), i redattori del giornale del carcere di Opera. Gente abituata a dare del tu alle notizie. Hanno sensibilità e interessi anche molto diversi. Tutti però curiosi del mondo e freneticamente determinati a raccoglier la dritta giusta, a portarla al giornale, a litigare per trovare una riga in più, un dettaglio in più, una colonna in più.
Marinella Rossi, ad esempio. Dai, lo sapete: per lei lo spazio non è mai abbastanza e ci devi discutere ogni notte nella ricerca del titolo perfetto. Ma quando c’è da tirar fuori le unghie, stai sicuro che puoi contarci. O Marianna Vazzana, una che con un sorriso così sarebbe capace di far parlare anche i sassi, e che infatti ci riesce. Già gira, sul suo conto, una leggenda: si dice, e magari è perfino vero, che abbia in agenda i numeri di telefonino di tutti i milanesi, e che ora si sia messa in testa di fotografarli uno a uno. Cronisti, insomma. Un consiglio, se permettete: continuate a leggere il lavoro di queste persone. Perché anche se sono un po’ strane, e anche se oggi fanno a pugni per contendersi l’esclusiva, state certi di una cosa: per loro il fatto più interessante è quello che devono ancora trovare, quello che scriveranno domani. Sono capaci perfino di dire la verità, quando la verità è una notizia.