Pieve Santo Stefano (Arezzo), 15 settembre 2024 - La guerra fuori e dentro di sé, la battaglia per l'emancipazione, la vittoria. Racconta tutto questo il diario 'Fendevo l'aria' di Albertina Castellazzi, decretato vincitore del Premio Diari, voluto da Saverio Tutino 40 anni fa.
La premiazione è avvenuta a Pieve Santo Stefano, dove ha sede l'Archivio dei Diari. Albertina Castellazzi, milanese, 87 anni, che però non ha potuto raggiungere la Toscana, ripercorre 35 anni della sua vita, dal 1937 al 1972, e la strada impervia verso l'emancipazione dall'imperio di un padre militare che la voleva destinata alla cura della casa.
Ai primi capitoli del racconto fa da sfondo la guerra che coinvolgerà drammaticamente la famiglia di Albertina. Intanto l'autrice dovrà affrontare disturbi di salute e perdite familiari importanti. Ma la rinascita arriverà, nonostante i lutti, anche attraverso la conquista del lavoro di insegnante. Ha ritirato il premio la figlia.
L'edizione di quest'anno era dedicata proprio al fondatore Tutino. Otto i finalisti, che hanno proposto storie di.guerra, di donne alla ricerca di riscatto, di libertà.
Tra queste Maria Rossi, che da giovane donna negli anni '60 e seguenti si sottrae alla violenza coniugale, subita nell'indifferenza di tutti, attraverso l'impegno politico e la ricerca di un lavoro indipendente. Maria ha divertito e commosso tutti in sala raccontando la sua esperienza.
Premiato anche il regista Giorgio Diritti che ha lavorato molto con gli strumenti della memoria, autore de 'L'uomo che verrà', 'Volevo nascondermi' dedicato al pittore Ligabue. "Nel mio percorso è stato naturale cercare storie per così dire sporche, con uno sguardo che fosse nella dimensione del popolo".
Menzione speciale a Giovanni Stefanolo con 'Ricordi di un nomade'. A consegnare il premio il governatore Eugenio Giani: "Attraverso Pieve Santo Stefano la Toscana compone un tassello nel panorama culturale. Quando viaggio guardo le case e penso quante storie nascondano. Il leggere la dimensione e la forza di queste storie che possono suscitare le emozioni in tutti noi è straordinario. Mi risuonano forti le parole del presidente Mattarella a Civitella della Chiana dove ha detto che la memoria è il futuro. Conoscere ciò che è accaduto è il modo migliore per poter scegliere ciò che nel salto di civiltà vogliamo fare".
Maurizio Costanzo