
Le indagini e, nel riquadro, Elia Barbetti
Milano, 16 ottobre 2015 – Due ragazzi come tanti. Due liceali «normali», tutti e due in gita scolastica a Milano per Expo, uno partito da Padova, l’altro da Livorno. E ora due famiglie distrutte, che soffrono la pena più terribile per i genitori, quella di sopravvivere ai figli. La tragica fine di Elia, il 17enne toscano che ieri mattina è volato giù dalla finestra al sesto piano dell’hotel di Lambrate, sembra la fotocopia di un altra morte dolorosa, quella di Domenico Maurantonio, studente padovano 19enne precipitato a maggio dal quinto piano di un albergo a Bruzzano. Le analogie tra i due episodi sono impressionanti. La gita scolastica, Expo, la serata anche troppo allegra, la notte in albergo con i compagni di scuola. Domenico era nell’anno della maturità, Elia più giovane. Ma prima di andare a dormire, sia l’uno che l’altro insieme agli amici bevono, un po’ troppo. Elia e i suoi fumano, spinelli, ammettono. Ma si vedrà. Poi, a notte fonda, si mettono a letto, questi ragazzi, a Lambrate così come a maggio avevano fatto Maurantonio e i suoi compagni: quattro nella stessa camera. Stando alla ricostruzione ufficiale dei fatti, però, nel giro di pochi minuti in quelle stanze di Bruzzano e di Lambrate tre studenti su quattro sono davvero crollati dal sonno, il quarto no. Sia Domenico a maggio, che Elia ieri mattina, si sarebbero sentiti male quasi subito, probabilmente per colpa del «fumo» o dell’alcol. Si sono avvicinati entrambi a una finestra , ieri in camera, a maggio nel corridoio del piano. Cosa davvero sia successo dopo, questo ancora non si sa con certezza, né per Domenico, né per Elia. Il padovano sarebbe caduto a maggio quasi a piombo rispetto alla parete esterna dell’edificio, ieri il ragazzo toscano invece è precipitato a una certa distanza dal davanzale, andando a rimbalzare prima su un muro perimetrale del cortile interno e finendo quindi per schiantarsi al suolo. Un’altra morte senza senso, un altro ragazzo che i compagni non vedranno crescere e la cui fine, probabilmente, non dimenticheranno mai. Soprattutto i tre amici che dormivano con lui, come a maggio quelli che erano nella stanza con Domenico. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito: due tragedie parallele in un assordante silenzio.