La povertà di Milano: anziani, mamme, single e vittime delle bollette. “Noi, in coda per il pane”

Migliaia in fila per il cibo. Pane Quotidiano: crescita costante delle richieste. “Lavoratori e pensionati, prezzi fuori controllo. Eroso il potere d’acquisto”

La coda a Pane Quotidiano

La coda a Pane Quotidiano

Milano –  «Vengo qui da 20 anni, da quando è mancato mio figlio. Se ci sai fare, con i soldi risparmiati per il cibo puoi pagare luce e gas: non male a Milano. Ma poi c’è anche altro: il calore umano". Mariarosa Mamone, 80enne, inquilina di un alloggio Aler al quartiere Giambellino, è tra gli habitué di Pane Quotidiano, onlus fondata a Milano nel 1898 con l’obiettivo di distribuire generi alimentari a chi ne ha bisogno e che serve 5mila persone al giorno nelle due sedi di viale Toscana e viale Monza.

Ogni mattina, dal lunedì al sabato, si forma un fiume umano sui marciapiedi; tutti sono in attesa di ricevere un sacchetto di cibo, con dentro pane, latte, yogurt, salumi, pasta, sugo, formaggio, alimenti in scatola, frutta e verdura e anche qualche dolcetto. Una manna dal cielo per chi fatica ad arrivare a fine mese. Italiani e stranieri, donne e uomini dalle età più disparate. Per mano o dentro i passeggini, tanti bambini.

«Al sabato c’è il pienone, accogliamo circa 2.600 persone in viale Toscana e altrettante in viale Monza – spiega Luigi Rossi, vicepresidente di Pane Quotidiano –. Numeri più alti rispetto al passato. Qui vengono pensionati, famiglie, persone singole, perché Milano è una città carissima e l’impennata dei prezzi ha eroso il potere d’acquisto".

Aumentando il divario tra due anime contrapposte della città, che da un lato si prepara a ospitare il Salone del Mobile per il quale arriveranno turisti da tutto il mondo e dall’altro fatica a sfamare chi arranca. Un contrasto che è anche fisico, in viale Toscana, perché alzando lo sguardo si vede svettare alle spalle l’università Bocconi, simbolo culturale e baluardo dell’economia vincente. "I dati più recenti – aggiunge Rossi – che pure indicano un aumento della povertà, sono anzi fin troppo ottimisti".

Ecco il quadro: nel 2023, 2,2 milioni di famiglie italiane (l’8,5% del totale), significa 5,7 milioni di persone, erano in povertà assoluta. È il livello più alto di sempre, quello emerso dalle stime preliminari dell’Istat diffuse a fine marzo. Non solo Pane Quotidiano si è trovato a far fronte a un incremento di persone in difficoltà: all’Opera San Francesco, che garantisce un servizio mensa, gli accessi sono cresciuti del 40% rispetto a un anno fa.

"Abbiamo circa 2.500 persone al giorno", ha spiegato fra Marcello Longhi, il presidente. "E il 13% sono italiane".

Ancora . Nel 2023 l’Opera Cardinal Ferrari di Milano ha registrato 55.490 ingressi al centro diurno (+13.334 rispetto al 2022), 56.821 alla mensa (+ 13.651) e oltre 2315 pacchi viveri distribuiti (circa 300 in più rispetto al 2022), per un totale di 680 persone assistite e primi ingressi pari a 388 persone. "Tutto ciò – il commento del presidente Pasquale Seddio – ci suggerisce che non ci possiamo fermare e dobbiamo essere sempre in prima linea per la lotta alla povertà".

Alla Caritas Ambrosiana, che ha istituito una serie di empori solidali dove si può fare la spesa gratuitamente grazie a una tessera, non si è arrivati al record del 2020 ma negli ultimi tempi c’è un leggero aumento delle card. "Sono circa 5.800 le tessere attive – parole di Andrea Fanzago, responsabile dell’area Povertà alimentare – per un totale di 18mila persone servite". Si è notato "un aumento delle persone che vivono sole, in particolare pensionati che con l’aumento degli affitti e delle bollette non ce la fanno". Anche la fine del reddito di cittadinanza ha avuto un effetto. E in più, ha aggiunto, c’è "il calo delle donazioni alimentari".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro