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Porta Venezia "impacchettata" con la juta: l'installazione tra significato e polemiche

L'opera è stata concepita da un giovane artista ghanese. Alla Lega non piace. Sarà visibile per tutta la durata della Design week

Porta Venezia completamente rivestita di juta

Milano, 4 aprile 2019 - Dallo scorso 2 aprile Porta Venezia non è più la stessa. I caselli daziari infatti sono stati completamenti ricocperti di juta. Si tratta di una installazione dell'artista ghanese Ibrahim Mahama, uno dei nomi più apprezzati sulla scena internazionale e che ha raggiunta la notorietà grazie ad altri celebri "impacchettamenti". L'installazione, realizzata in occasione della Design week e visibile fino al 14 aprile, è stata promossa dalla Fondazione Trussardi e si intitola "A friend". Il significato? “La juta racconta delle mani che l’hanno sollevato - spiega proprio Ibrahim Mahama -  come dei prodotti che ha portato con sé, tra porti, magazzini, mercati e città. Le condizioni delle persone vi restano imprigionate. E lo stesso accade ai luoghi che attraversa”. 

Da qui l'accostamento a Porta Venezia e ai suoi caselli daziari, crocevia fondamentale e una delle sei porte principali della cinta urbana, che sorge sullo stesso asse viario su cui erano sorte in precedenza le omonime porte di epoca romana, medievale e spagnola. "A Friend" vuole innescare una riflessione sul concetto stesso di soglia.

Non a tutti però è piaciuta, compreso il capogruppo delle Lega a Palazzo Marino. "Un'opera dovrebbe promuovere le eccellenze e valorizzare le bellezze di una città, non deturparle o svilirle. Il continuo inseguimento della "sparata" crea un danno a Milano e non la promuove come dovrebbe. La schifezza di Porta Venezia è un esempio di scuola su cosa non fare quando si tocca l'argomento Milano, non ha nulla di provocatorio ma è semplicemente brutta". Così Alessandro Morelli, capogruppo della Lega a Palazzo Marino in merito all'installazione dell'artista Ibrahim Mahama ai caselli di Porta Venezia per la Design Week. "E' incredibile che gli amministratori non capiscano quale sia il limite tra il giusto show utile per promuovere una manifestazione di caratura internazionale e gli interessi di rilanciare la città anche con iniziative che creino dibattito ma non la offendano".