
Un’auto ha travolto il ciclofattorino in via Cadore. Indagine dei ghisa: uno dei mezzi è passato col rosso
I soccorsi sono stati immediati, ma le condizioni del ferito sono apparse subito gravissime: è stato trasportato in ospedale, ma circa un’ora dopo il ricovero ne è stato dichiarato il decesso. Troppo gravi i traumi riportati nel violentissimo impatto con un’auto a Porta Romana. Così è morto ieri sera un rider di 44 anni originario del Pakistan, che stava lavorando per l’app di consegne a domicilio Glovo: è il secondo ciclofattorino a perdere la vita sulle strade cittadine, a poco più di sei mesi dalla tragica fine di un trentaquattrenne che con lui condivideva nazionalità e lavoro. A travolgerlo è stata la macchina guidata da un quarantatreenne, che si è subito fermato per verificare le condizioni dell’investito e per mettere a verbale la sua versione dei fatti nell’indagine per omicidio stradale affidata ai ghisa del Radiomobile guidati dal comandante Gianluca Mirabelli.
Secondo una prima ricostruzione, l’auto stava percorrendo via Cadore in direzione via Anfossi, dopo essersi lasciata alle spalle piazzale Libia: all’incrocio semaforizzato con via Comelico, si è scontrata con la bicicletta elettrica marca Engwe del quarantaquattrenne; ad avere la peggio è stato proprio il ciclista, che è stato disarcionato dalla sella ed è stato sbalzato prima contro il parabrezza e poi sull’asfalto. I sanitari di Areu lo hanno accompagnato in codice rosso al Policlinico, ma per lui non c’è stato niente da fare. Gli accertamenti investigativi ruotano attorno a un interrogativo, decisivo per attribuire la responsabilità dello schianto: quale dei due mezzi è passato con il rosso? Un aiuto potrebbe arrivare anche dall’analisi delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza installate nella zona; al netto delle parole del conducente dell’auto, che, da prassi, è stato sottoposto ai test per intercettare l’eventuale assunzione di alcol o stupefacenti.
Non è la prima volta, come detto, che un ciclofattorino muore dopo essere stato investito: era successo alle 23.30 dello scorso 9 giugno, quando Adnan Qasim fu travolto in via Camaldoli dalla Punto guidata da un ventiduenne che poi si allontanò senza prestare soccorso (salvo essere rintracciato e denunciato dai vigili il giorno dopo). Il trentaquattrenne pachistano è stato la vittima numero 9 di un 2024 terribile. Col passare dei mesi, il conto è drammaticamente triplicato: il morto di ieri sera è il ventisettesimo dell’anno.