Porcellini di terra “detective” per l’ambiente: “Ci indicano se il suolo è inquinato”

Sono crostacei, vivono aggregati e se si disperdono in piccoli gruppi svelano la presenza di contaminanti. La ricerca di Milano-Bicocca in cerca di alleati e fondi: sostenitori “ringraziati“ con un’analisi del loro giardino

Un porcellino di terra (foto Met)

Un porcellino di terra (foto Met)

MILANO – I porcellini di terra possono essere delle sentinelle, segnalando se un suolo è inquinato e a che livello. Parte da qui - e da un primo “biosensore“ - un nuovo progetto di ricerca dell’università di Milano-Bicocca intitolato “Tanti Piccoli Porcellin!”, ora in cerca di fondi e di alleati. "Abbiamo già informazioni scientifiche. L’obiettivo è costruire un prototipo per informatizzare il processo di lettura dei test, coniugando le risposte comportamentali dei porcellini ai più sofisticati strumenti di intelligenza artificiale", spiega Sara Villa, professoressa di Ecologia. Il progetto sarà sviluppato dal suo team con Lorenzo Federico, dottorando, fa parte dell’iniziativa BiUniCrowd ed è stato selezionato da A2A, che co-finanzierà la campagna di raccolta fondi.

Cosa sappiamo dei porcellini di terra?

"Sono dei crostacei: hanno bisogno di tanta acqua e, per adattarsi all’ambiente terrestre, hanno sviluppato delle strategie. La principale è una: vivono tutti aggregati, uno sopra l’altro, per ridurre il contatto con l’aria evitando i problemi di disidratazione. Alcuni contaminanti nel suolo vanno però a modificare il loro comportamento".

Come?

"Si sparpagliano tutti in sottogruppi. Cosa che, dal punto di vista ecologico, crea grossi problemi per la loro sopravvivenza. La vita gregaria permette loro anche di trovare il partner e di proteggere meglio i piccoli. In condizioni di stress indotto da un suolo contaminato, il gruppo si frammenta".

Quali sostanze inquinanti possono aiutarci a intercettare?

"Abbiamo studiato sia sostanze organiche che inorganiche, farmaci a consumo umano, prodotti per l’igiene personale e anche il principio attivo dell’anti-zanzara o sostanze fisiche come il particolato che si disgrega dalle gomme delle auto".

Quale sarà il prossimo passo?

"Metteremo insieme il bagaglio culturale che abbiamo in un prototipo informatizzato. Grazie ai colleghi esperti di machine learning e auto-apprendimento, creeremo un’arena in cui collocare i porcellini e il suolo da analizzare e con telecamere riprenderemo i loro movimenti. Il software ci restituirà un risultato. Si potrà stabilire, con meno margini di errore, se il suolo è inquinato o se è in buone condizioni. Il sistema è poco invasivo cruelty free: si intercettano già precocemente i segnali di disturbo senza portare alla morte i porcellini di terra".

Avete lanciato una raccolta fondi e anche dei curiosi “premi“ ai vostri alleati.

"Le donazioni per sostenere questa ricerca partono dai 5 euro in su. Per sviluppare un primo prototipo sperimentale dobbiamo raccogliere 10mila euro attraverso la campagna di raccolta fondi attiva su Ideaginger.it. Con 50 euro, oltre al vantaggio fiscale, perché le donazioni sono detraibili, si può chiedere l’analisi del proprio suolo di casa. Sempre con i porcellini".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro