Il poliziotto svuota il portafogli smarrito e consegnato in questura: condannato e sospeso

Milano, i contanti persi da un cliente e riportati da un tassista. L'agente ha sostituito il borsello Prada con un Fossil, falsificato i verbali e consegnato all'Ufficio reperti 10 euro su 250. Rischia la destituzione

La Questura di Milano (Ansa)

La Questura di Milano (Ansa)

Milano - Ore 20.52 del 30 giugno 2019, ingresso principale della Questura di Milano. Un tassista si presenta al corpo di guardia di via Fatebenefratelli e consegna a un agente un portafogli marca Prada con 250 euro: lo ha perso un suo cliente, dentro ci sono i documenti d’identità. Il giorno dopo, il poliziotto G.C., all’epoca ventiseienne, redige un verbale di rinvenimento in cui mette nero su bianco di aver ritrovato un portafogli marca Fossil con 10 euro alle 23.40 del 30 giugno "in prossimità dell’ingresso della Questura". E il portafogli più costoso? E i 240 euro mancanti? Stando alle indagini dei suoi colleghi, se li è intascati proprio G.C., che poi avrebbe scientemente compilato atti falsi per coprire ciò che aveva fatto e consegnato all’ufficio reperti un oggetto diverso da quello ritrovato dal conducente di auto bianca.

Respinto l'ultimo ricorso

Un’ipotesi d’accusa che ha superato il vaglio di tre gradi di giudizio e che da qualche giorno ha assunto i crismi della verità processuale: la Cassazione ha respinto l’ultimo ricorso, confermando quanto sentenziato in primo grado (in abbreviato) e in appello e rendendo così definitiva la condanna del poliziotto infedele a 2 anni, con sospensione condizionale della pena, per i reati di peculato, falsità ideologica e materiale (in concorso con un altro agente) e depistaggio.

Per i giudici, "la prova della colpevolezza di C. in ordine ai delitti a lui contestati" è "desumibile da una pluralità di elementi indiziari che letti in maniera congiunta" hanno "consentito di ritenere dimostrata la sua colpevolezza". A cominciare dalle immagini delle telecamere, che hanno immortalato la consegna del portafogli da parte del tassista; dai filmati si vede pure che l’agente è subito entrato nel gabbiotto del corpo di guardia, uscendone dopo meno di un minuto "senza quell’oggetto". Fotogrammi, questi ultimi, che la difesa ha cercato di usare a proprio favore, sostenendo in sostanza che non ci fosse la certezza "oltre ogni ragionevole dubbio" che non fossero stati gli altri poliziotti di guardia a far sparire il portafogli.

Procedimento disciplinare

La Suprema Corte, invece, ha condiviso in pieno le motivazioni dei giudici di merito, secondo i quali l’esito degli accertamenti investigativi ha portato a ritenere in maniera "più che plausibile che il portafogli in questione non fosse mai uscito dalla diretta responsabilità dell’odierno imputato". Già sospeso dal servizio in via cautelare dal questore, adesso, a iter processuale concluso, si aprirà per G.C. il procedimento disciplinare, che porterà all’emissione di una sanzione: quella più grave prevede la destituzione.

 

 

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