
Un'ambulanza
Bellinzago Lombardo (Milano) – La fila di auto sulla Padana Superiore. L’agente fuori servizio che si accorge subito di quello che sta succedendo. Il tuffo nel Naviglio Martesana per aiutare una diciottenne caduta in acqua e affidarla alle cure dei sanitari di Areu. Il salvataggio in extremis è avvenuto nella serata di lunedì a Bellinzago Lombardo: l’eroe, anche se lui non si sente tale ("Ho fatto soltanto il mio dovere, lo rifarei", assicura), è Carlo, un poliziotto di 34 anni in servizio all’Ufficio immigrazione della questura di Milano. Attorno alle 20.30, di ritorno a casa dopo aver terminato il turno di lavoro, la sua attenzione è stata attirata da alcuni veicoli parcheggiati sul ciglio della strada e dai conducenti di quelle auto che stavano guardando tutti nella stessa direzione, verso il corso d’acqua. "La prima a scendere dalla macchina – racconta al Giorno – è stata la mia compagna: ha visto subito quella ragazza che stava annaspando in acqua e che non riusciva a stare a galla".
Carlo non ha esitato neppure per un attimo e si è tuffato per aiutare la giovane italiana, residente a Monza: "Diceva solo “Non ce la faccio, non ce la faccio” e l’ho vista andare sotto un paio di volte. L’acqua era fredda, mi arrivava al mento: consideri che sono alto 1 metro e 86, e di conseguenza non è stato affatto semplice portarla in salvo". Alla fine, l’agente, anche con l’aiuto degli altri automobilisti, è riuscito a farla salire sul muretto prima che annegasse. Poi sono arrivati i sanitari di Areu, che hanno trasportato la diciottenne in codice giallo all’ospedale di Vimercate: le sue condizioni non destano particolari preoccupazioni nei medici.
Gli accertamenti investigativi sull’accaduto sono affidati ai carabinieri della stazione di Gorgonzola: pare che in precedenza la ragazza avesse assunto hashish, quindi bisogna capire se la caduta nel Naviglio sia stata provocata dallo stordimento provocato dal consumo di stupefacenti o se si sia trattato di un gesto volontario. In ogni caso, la cosa più importante è che sia ancora viva. E il merito è di Carlo, che non ci ha pensato su due volte: "Lo rifarei? Certo, il nostro lavoro è quello di stare vicini alle persone e di aiutarle quando sono in difficoltà".