
Il palazzo del Servizio Tecnico-Logistico e Patrimoniale della Polizia di Stato in via Unione a Milano
Milano – In quattro anni si è assentato dal lavoro per 540 giorni. I periodi di congedo o aspettativa per malattia erano sempre giustificati da motivazioni mediche, ma in realtà sfruttava quelle lunghissime parentesi dalla scrivania per partecipare a gare di nuoto livello "Master" e a corsi di aggiornamento della Fisieo, acronimo che identifica la Federazione italiana shiatsu insegnanti e operatori.
Ispettore capo
L’assenteista ormai fuori servizio da qualche tempo, già condannato a due anni di reclusione per truffa aggravata con sentenza definitiva della Cassazione datata 15 febbraio 2022, aveva il ruolo di ispettore tecnico capo nel Servizio tecnico-logistico e patrimoniale Lombardia-Emilia Romagna, l’ufficio con sede in via dell’Unione che si occupa di pianificare e programmare il fabbisogno di beni e servizi degli organi territoriali di polizia.
In un anno 208 giorni d’assenza
Nel quadriennio nel mirino dei magistrati, Antonio S., 57 anni, avrebbe accumulato, "con artifizi e raggiri", quasi un anno e mezzo di congedi, con una progressione così distribuita: 68 giorni nel 2014, 126 nel 2015, 138 nel 2016 e 208 nel 2017.
Lo sconto
Dopo la sentenza di primo grado in abbreviato, confermata nei due successivi gradi di giudizio, il suo stesso ufficio di appartenenza ha denunciato la "notizia di danno" alla Procura regionale della Corte dei Conti della Lombardia. L’istruttoria dei pm ha calcolato somme indebitamente percepite per un ammontare complessivo di 73.720,01 euro, salvo poi abbassare la cifra da contestare a 46.520,01 euro "in accoglimento delle argomentazioni difensive" presentate da S. in sede amministrativa.
Danno d’immagine
Prima della citazione in giudizio, è emerso che nel frattempo l’ex ispettore aveva già preso accordi con il Ministero dell’Interno per rateizzare il debito da 46.520,01 euro. "Poiché la restituzione – si legge nelle motivazioni del verdetto della Corte lombarda – era risultata invero già positivamente cominciata (primo versamento di 15mila euro il 13 ottobre 2022), la Procura regionale riteneva di non insistere, allo stato, nella domanda risarcitoria relativa al danno diretto (pur proseguendo nel monitoraggio del corretto pagamento da parte del signor S. delle successive rate previste dal piano di rientro alle scadenza prestabilite)". Finita? No, perché i magistrati hanno contestato pure il danno d’immagine, quantificato moltiplicando per due la cifra illegittimamente incassata. Conto aggiuntivo: 93.040,02 euro.
Il bonifico
Nella costituzione in giudizio, S. ha sì contestato la richiesta risarcitoria, ma ha contestualmente presentato un’istanza di ammissione al rito abbreviato per il pagamento della somma agevolata di 27.912 euro, meno di un terzo del totale. Il 19 dicembre scorso, la Procura ha dato il via libera; e il 13 aprile è arrivato il bonifico.
Detto questo, all’ex ispettore sono comunque state attribuite pure le spese di lite da 239,71 euro, secondo il principio della "soccombenza virtuale": "Dagli elementi probatori in atti – hanno scritto i giudici – risulta con sufficiente evidenza la responsabilità dell’illecito ascritto".