Rosario
Rasizza*
Meglio tardi che mai. Finalmente un ministro del Lavoro, dopo tanti che si sono succeduti, comincia a delineare un futuro del mercato che va nella stessa direzione che noi auspichiamo da diverso tempo e sostiene quello che abbiamo sempre pensato anche noi sulle politiche attive. Fin da quando è stato introdotto il Reddito di cittadinanza, ne abbiamo più volte ribadito la giusta funzione assistenzialista, senza la quale la crisi economica sarebbe diventata una devastante crisi sociale, aggravata dagli effetti della pandemia. Ciò che noi abbiamo sempre contestato, e finalmente ascoltiamo un ministro del Lavoro in accordo con noi è stata la sua efficacia sul fronte delle politiche attive. Le questioni dell’occupazione non saranno mai risolte del tutto finché non si riusciranno a disegnare percorsi di formazione aderenti al mercato del lavoro e in grado di adeguarsi con prontezza ai suoi cambiamenti; in altre parole una radicale riforma del sistema di politiche attive che superi la logica assistenzialista su cui si è puntato finora e introduca sistemi di flessibilità, formazione e accompagnamento lungo l’intero arco di vita professionale di una persona. È grave perdere il lavoro, ma ancor più grave non riuscire a trovarne uno nuovo, ancorché a tempo determinato. Le agenzie per il lavoro che rappresentiamo sono sul territorio da 20 anni e sanno bene cosa cercano le aziende e i tanti volenterosi che non vogliono stare a casa ad aspettare questo o quel sussidio: per questo motivo rinnoviamo l’invito al ministero, che ci autorizza ogni giorno a svolgere il nostro lavoro, a sederci a un tavolo e riformare il sistema, secondo una collaborazione tra pubblico e privato che, laddove è stata introdotta, lontano da superati schemi ideologici, ha sempre funzionato. A questo proposito, mi preme sottolineare l’importanza, sempre più stringente, di rinnovare la considerazione che è stata riservata sino a questo momento ai navigator.
*Presidente Associazione
italiana agenzie per il lavoro
Assosomm