SIMONA BALLATORE
Cronaca

Diagnosi e lotta hi-tech alle buche. Boom di aspiranti inventori al "Poli"

Più 136% delle candidature al concorso di idee lanciato dall’Università

Politecnico di Milano, concorso "Switch2Product" (Newpress)

Milano, 20 luglio 2017 - C'è chi è pronto a fornire mappature quotidiane dell’asfalto, per tracciare strade «groviera» e avvisare del pericolo, e c’è chi tramite una videocamera che inquadra il volto di una persona riuscirà a dare indicazioni sul suo stato di salute. C’è chi sfrutta le potenzialità del mondo virtuale per migliorare le capacità cognitive di bimbi con disabilità intellettiva e chi ha studiato un sistema automatico di illuminazione che "segue" gli attori sul palcoscenico. Sono solo alcune delle 20 idee sviluppate da studenti, docenti, ricercatori e alunni del Politecnico che hanno passato la selezione del concorso "Switch2Product", promosso dal PoliHub e dal Technology Transfer Office in collaborazione con Officine Innovazione di Deloitte. L’obiettivo? Trasformarle in realtà, prototiparle e brevettarle. Da nove anni la competizione si trasforma in un percorso per sviluppare prodotti e imprenditoria. Quest’anno i numeri sono da record. "Sono state 308 le manifestazioni di interesse, 131 le candidature con un aumento delle idee del 136% rispetto all’edizione 2016 – sottolinea il rettore Ferruccio Resta –. Coinvolte 370 persone, il 38% formato da professori e ricercatori". Si premiano idee, si fa “scouting”: i candidati sono selezionati da un club di mentori e "imprenditori seriali". A settembre la finale con la scelta dei 10 progetti che diventeranno prototipi, con “grant” da 30mila euro per lo sviluppo. "In un contesto difficile, tra sfide sociali, ambientali e tecnologiche, il Politecnico si candida a essere motore di innovazione per il Paese – ribadisce Resta –. Continuano i tagli alla ricerca? Noi non ci stiamo. E non solo sosterremo con l’autofinanziamento i team, ma ci faremo carico anche delle oltre cento idee che sono state presentate e che saranno il nostro punto di partenza per i prossimi anni".

 

ECLIPSE - Gli occhiali chiari o scuri "a comando"

Gabriele Viganò, 24 anni, è all’ultimo anno di Design Engineering e ha già prototipato 30 occhiali «Eclipse»: si possono chiarire o scurire a piacimento, in tempo zero, facendo scorrere un tasto incastonato nella montatura. «Alla base c’è una lente a doppia polarizzazione – racconta – abbiamo studiato un sistema meccanico semplice per la trasmissione, la parte più complessa è stata integrare tutto in una montatura. Il tastino funziona come quello per la luminosità dello schermo del cellulare, la risposta immediata: in zero secondi posso decidere di quanto scurire o schiarire le lenti. Se entro in galleria non devo aspettare che l’effetto si veda all’uscita del tunnel». Il marchingegno funziona senza energia elettrica, basta un movimento per regolare la trasmittanza delle lenti passando all’istante dalle trasparenti alle schermate. Su Eclipse Viganò è al lavoro da un anno. Si era appassionato al tema della polarizzazione sin dai tempi del liceo con una tesina ad hoc. Al Politecnico con i colleghi ha iniziato a sviluppare il suo progetto, che oltre a essere fra le idee finaliste è piaciuto all’azienda «Italia Independent» di Lapo Elkann. «Ad oggi ho sviluppato 30 occhiali per farli toccare con mano, ma non sono ancora pienamente soddisfatto – continua Viganò, rimboccandosi le maniche –. Continuo a lavorare alla mia idea che spero di riuscire a brevettarla col Politecnico.

CARDIHOLOGIC - L’anatomia 3D per aiutare medici e pazienti

E' stata battezzata "CardiHologic" e, sfruttando la tecnologia della realtà aumentata, consente di ricostruire con precisione e in 3D l’apparato cardiovascolare, agevolando i medici durante gli interventi. La squadra del Politecnico che lavora alla sua progettazione è guidata da due dottorandi del dipartimento di Elettronica – Filippo Piatti e Omar Pappalardo, di 27 anni – e dal docente Emiliano Votta, 41. "CardiHologic è un’applicazione olografica che permette di fondere l’informazione data da immagini cliniche diverse, ultrasuoni, risonanza magnetica, tomografia computerizzata, per ricostruire l’anatomia 3D di una zona di interesse, andando oltre la visualizzazione bidimensionale, che può fornire informazioni parziali e non essere di facile interpretazione". Ci si è focalizzati su cuore e arterie, ma l’approccio può trovare altre applicazioni. "Penso al trattamento dei tumori – spiega Votta – per individuare la massa e la profondità". CardiHologic - con ologrammi navigabili e interattivi - ha utilità comunicativa: "Ricostruendo le informazioni in immagini si facilita anche l’interazione con il paziente, che può capire meglio il problema", sottolineano Piatti e Pappalardo. Per la "sperimentazione" è stata coinvolta una piccola rete di centri ospedalieri in Italia e strutture internazionali. 

FOR SAILING YATCHS - Vela e venti: niente più misteri col software

Sulle acque del Lario salpa già la "Lecco Innovation Hub", barca-laboratorio supertecnologica del Politecnico, nata a scopi scientifici da un progetto condiviso da Fondazione Cariplo. Sara Muggiasca, 38 anni, del Dipartimento di Meccanica, parte da qui insieme a due colleghi per realizzare un dispositivo che aiuti nella regolazione delle vele sia chi pratica sport a livello agonistico sia amatori. Il progetto Electronic Telltale for Sailing Yatchs è fra le 18 idee selezionate. «Il dispositivo misura la distribuzione delle pressioni in alcuni punti del piano velico fornendo così indicazioni su come raggiungere la regolazione ottimale – spiega Muggiasca –. Oggi ci si affida esclusivamente all’esperienza e all’osservazione del velista, questo device è uno strumento aggiuntivo per misurare le condizioni di navigazione». Se nelle competizioni non si può ricorrere all’aiutino tecnologico, negli allenamenti il dispositivo potrebbe essere apprezzato anche dai campioni, fornendo indicazioni pratiche. «Si semplificano strumentazioni che per ora sono state usate solo a scopi scientifici e che possono così essere usate in ambiti generali e proposte a un mercato più ampio». Il sistema è più semplice, meno intrusivo e applicabile con poche modifiche su una vela standard. Sono previsti software, hardware e connessioni wireless per migliorare le prestazioni.

THERMOSENSE - Basta liti in ufficio. C’è il regolatore di caldo e freddo

Alzi la mano chi non ha mai litigato con il vicino di scrivania per l’aria condizionata troppo alta o troppo bassa. Chi non si è mai sentito catapultato nella terra dei pinguini d’estate e ai Caraibi d’inverno passando da una porta all’altra? Fabiola Casasopra, 24enne laureanda del Politecnico, e Francesco Trovò, 31enne «postdoc» che si occupa di intelligenza artificiale, hanno studiato un dispositivo per controllare sistemi di condizionamento e ventilazione in ambienti di lavoro. Se pensare a un impianto per ogni singola scrivania costerebbe troppo, dal dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria nasce un buon «compromesso», oggettivo, abbatti-sprechi e abbatti-conflitti. «ThermoSense è pensato per la gestione energetica negli smart buildings e garantisce confort termico a persone che condividono lo stesso spazio, ottimizzando i consumi», spiega Casasopra, che fa parte del laboratorio Necst e presenterà il suo «ThermoSense» nella tesi magistrale. «Tramite un’App si manda un feedback a un sistema centralizzato, segnalando se si sente freddo o caldo – continua Trovò –, il sistema regola la temperatura integrando le sensazioni degli utenti alle misurazioni dell’ambiente. Forse non saranno tutti pienamente soddisfatti, ma ne possono trarre beneficio gli occupanti e l’ambiente, visto che si evitano sprechi".