Milano – Il primo museo non si scorda mai: è l’ambizione di PlayLab, dedicato interamente ai bambini dai tre ai sei anni. Quattrocento metri quadrati, nel cuore del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, che da domani potranno essere esplorati e vissuti. «Qui cinque stanze invitano a una danza cognitiva, a pensare con le dita e a toccare con il cervello», spiega Maria Xanthoudaki, direttrice Education del Museo. La prima stanza è una “porta di ingresso“ speciale: si chiama “Where We Find Ourselves“ ed è a base di paesaggi sonori, con le installazioni dell’artista e film-maker Andrew Amondson e i nidi di Andrea Salvetti, oggetti da toccare e ascoltare prima di dare il via «all’apprendimento sudato e accaldato» che tanto piace ai bambini. Nella stanza “Le Beau Chantier“ possono creare mondi infiniti o indossare le forme create per loro dagli scultori e coreografi francesi, Yvan Clédat e Coco Petitpierre.
Si entra poi nel “Bosco di luce“, dove analogico e digitale si incrociano: si gioca con le ombre e con gli specchi, si cercano animali e se ne inventano di fantasiosi da liberare tra gli alberi. Nella quarta stanza si aprono sportelli per scoprire oggetti della collezione del Museo della Scienza e Tecnologia, che svelano le loro storie: si possono anche ascoltare dalla cornetta del telefono. È lo spazio in cui si creano le conversazioni tra i piccoli visitatori e i loro accompagnatori. L’ultima sala è un vero atelier, dove indagare e toccare con mano arte, scienza e tecnologia, che sono intrecciate in tutto il museo.
Che era nei sogni da 20 anni e che ha gettato le fondamenta tre anni fa: «Nel 2022, con il sostegno di Fondazione Rocca e i Cavalieri del Lavoro della Lombardia siamo andati a studiare e visitare i musei di tutto il mondo – ricorda la direttrice Education del museo –, dal 2023 abbiamo iniziato a curare la progettazione, studiando le pedagogie, trovando un metodo nostro. Sono stati coinvolti esperti ed artisti». Il sogno è diventato realtà e a colori con la multinazionale Ppg, che opera da oltre 140 anni nel settore dei rivestimenti, vernici e materiali speciali e che già collaborava con il museo per il laboratorio di chimica: ha coperto tutti i costi oltre a donare 750 litri di vernice per muri, pareti e armadietti. «PlayLab nasce dalla missione e dall’esperienza pluriennale del Museo in ambito pedagogico, dal sogno di offrire una risorsa permanente e di qualità in risposta a un bisogno crescente, a cui si aggiunge la collaborazione con professionisti e realtà qualificate nazionali e internazionali – sottolinea Fiorenzo Marco Galli, direttore generale del Museo –. In PlayLab le famiglie troveranno una risorsa educativa per l’orientamento di bambine e bambini tra i 3 e i 6 anni che potranno giocare, inventare, immaginare e raccontare assieme ai loro adulti di riferimento».
Trasformare ed esplorare sono i due fili rossi che collegano le stanze del PlayLab e avvicinano i bambini alle materie Stem e al pensiero scientifico. Al centro c’è il gioco, «perché il gioco è Il lavoro dei bambini e i bambini sono giocatori seri: esplorano il mondo in modo olistico, con curiosità, coltivando le loro domande perenni per costruire le loro teorie», ribadisce Maria Xanthoudaki. Porte aperte da sabato, con due diverse modalità di fruizione: accesso libero con “Esplora PlayLab“ per giocare ed esplorare gli ambienti in autonomia (da martedì a venerdì, dalle 14 alle 15.30; sabato, domenica, giorni festivi dalle 10, 11.30, 14, 15.30 e 17) e “Atelier-PlayLab“ (nei weekend e nelle festività) con percorsi guidati. Sono già in programma tantissimi laboratori e attività a tema (anche durante le vacanze natalizie), oltre a percorsi ad hoc per le scuole. L’accesso è sempre su prenotazione, è incluso nel biglietto del museo e la visita al PlayLab si può anche regalare per Natale. «È un primo passo per invitare i più piccoli a esplorare il Museo Leonardo da Vinci, che li aspetta».