Più “Neet” con la pandemia Penalizzate le ragazze

Oltre 210mila i giovani nel limbo in Lombardia: non studiano, non lavorano. Col “Lavoro di squadra“ della Comasina 200 ragazzi intercettati e riattivati

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di Simona Ballatore

L’ultimo censimento Istat, pre-pandemia, ne contava in Lombardia 214mila. Ma i numeri dei “Neet“ sfuggono e dall’inizio dell’emergenza sono aumentati i giovani che non lavorano e non studiano in tutta Europa e in Italia in particolare, maglia nera per numero di “Neet“ presenti sul territorio (20,7%). Nel 2020 sarebbero aumentati di almeno 0,3 punti percentuale rispetto al 2019. Ancora più penalizzate le ragazze: in Italia le “Neet“ sono aumentate di 36mila unità (+2,7%). Secondo gli ultimi dati Istat, i giovani fra i 15 e i 29 anni che non studiano o non lavorano sono in crescita e le conseguenze socio-economiche generate dal Covid-19 sono evidenti: sono 2 milioni e 157 mila con un’incidenza del 23,9%, in aumento rispetto alla fine del 2019 (22,2%). Preoccupa il dato femminile (26,5%) mentre per i ragazzi il valore è di poco inferiore alla media (21,5%).

Parte da questa fotografia, e da un lavoro anche nei quartieri dove l’emergenza è evidente, un “Lavoro di Squadra“. Si chiama così il progetto di ActionAid che coinvolge i Neet tra i 15 e i 29 anni in un percorso di "riattivazione": reinserimento formativo o lavorativo. In tre anni sono stati intercettati più di 200 giovani, principalmente del Municipio 9 o in zone periferiche di Milano: il 58% ha deciso di iniziare il percorso e tra questi il 79% lo ha concluso riprendendo gli studi, trovando un lavoro o iniziando corsi di formazione o tirocini in aziende. Succede alla Comasina, che conta 10 mila abitanti, fra cui 1.713 minori (rappresentano il 18% della popolazione) e che si trova a combattere contro l’abbandono scolastico e l’incremento di quei ragazzi che non riescono a uscire dal limbo: non studiano, non trovano impiego, non lo cercano più. C’è però chi riesce a dare una svolta. Da qui - dopo che il progetto giocoforza quest’anno si è spostato interamente online - è nato un piano di allenamento motivazionale, con attività laboratoriali e career coaching rivolti a ragazzi che hanno abbandonato precocemente gli studi, più una mostra fotografica intitolata "Cosa ho e apprezzo, cosa mi manca: il futuro che mi immagino", in collaborazione con l’Istituto Italiano di Fotografia. L’esposizione, curata da Camilla Cerea, è visitabile online fino al 25 marzo.

"Questo progetto è stato un modo per mettermi in gioco. Oltre vedere gli altri che si danno da fare, vorrei fare qualcosa anche io, nel senso che non voglio stare con le mani in mano, voglio andare avanti con la mia vita. Il corso che ho preferito è quello di fotografia", confessa Claudia, fra i partecipanti del “Lavoro di Squadra“, realizzato da ActionAid con il contributo di Z Zurich Foundation e in collaborazione con Fondazione Human Age Institute, A&I cooperativa sociale e Istituto Italiano di Fotografia. Undici protagonisti, undici storie dietro agli scatti. In questi mesi sono stati dati in dotazione ai partecipanti tablet con connessione internet ed è stata svolta un’attività di alfabetizzazione digitale.

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