
Manuela Zaltieri presidente dell’Ordine degli assistenti sociali della Lombardia evidenzia le criticità a 15 anni dalla legge sulle cure palliative
La società corre più veloce delle normative: l’invecchiamento della popolazione pone, infatti, già ulteriori sfide sul fronte delle cure palliative. Lo ha rilevato l’Ordine degli assistenti sociali della Lombardia presieduto da Manuela Zaltieri, in occasione dei 15 anni della legge nazionale.
Nel 2023, la Lombardia, con la legge 33 e con il piano sociosanitario regionale 2023-2027 ha previsto il diritto di accesso ai servizi di cure palliative per tutti i soggetti anziani non autosufficienti, affetti da patologie ad andamento cronico ed evolutivo per cui non esistono terapie o sono inefficaci. Prevista, inoltre, l’erogazione di servizi specialistici di cure palliative in tutti i luoghi di cure per gli anziani non autosufficienti e il diritto alla pianificazione condivisa delle cure come esito di un processo di comunicazione e informazione tra l’anziano e l’équipe di cura.
Nonostante lo status di diritto alla salute attribuito alle cure palliative dalla normativa nazionale e lo sviluppo degli ultimi anni, secondo quanto emerso dall’Ordine degli assistenti sociali l’accesso alle cure palliative non è ancora pienamente esigibile da tutti, per effetto di tre fattori: spesso sono esclusi i pazienti affetti da patologie non oncologiche; le cure palliative nelle Rsa si limitano ancora a poche esperienze; la scarsa conoscenza del tema da parte di cittadini e professionisti causa un ritardo nell’intercettazione precoce del bisogno di cure palliative.
Restano anche da smantellare molti pregiudizi: nel pensiero comune le cure palliative vengono spesso associate a un insieme di farmaci che possano accelerare la morte, mentre, al contrario, l’obiettivo è di garantire al cittadino il diritto a non soffrire inutilmente.
F.P.