Pino Mirarchi, una memoria di ghisa. Il commissario capo della polizia locale in pensione dopo 40 anni

Le sue parole: “Ho avuto tante responsabilità e ora vorrei tornare a essere un po’ adolescente, ma con l’esperienza di un adulto”. E ora, un viaggio al Sud da solo

Giuseppe Mirarchi in un'immagine del passato scattata a Milano

Giuseppe Mirarchi in un'immagine del passato scattata a Milano

Milano, 26 maggio 2023 - Grande festa di congedo al Comando della Polizia Locale di piazza Beccaria per Giuseppe Mirarchi, commissario capo amministrativo e ufficio permessi della zona 1, che dopo 40 anni di servizio va in pensione. Grande commozione tra i colleghi che hanno espresso parole molto toccanti nei confronti di Mirarchi, conosciuto da tutti come Pino. “Con Pino se ne va un pezzo di storia della zona 1. Ho sempre apprezzato in lui la capacità di parlare con grande simpatia e dialettica, e il sapersi rapportare con tutti, indistintamente dal più umile al più potente, senza alcuna differenza. Mi mancherà il ‘grande capo Sioux’, come lo chiamavo io”, racconta la sua collega Maria Teresa Macrì. E Francesco Campanelli, che per anni ha lavorato al suo fianco, aggiunge: “Nella mia vita lavorativa ho incontrato tanti colleghi. Di fratelli uno solo, Pino”. Parole commoventi anche da parte di Domenico Dell’Accio, che prenderà il posto di Mirarchi: “Sarà difficile immaginare la Polizia Locale di Milano senza il nostro Pino. Mi mancheranno le sue battute, le nostre bevute in compagnia e le sue canzoni”.

Grande compiacimento per Mirarchi che da tutti i colleghi più che un capo era considerato un amico e lascerà un segno indelebile al Comando di piazza Beccaria. "Sono qui dal 1984 e dopo quarant’anni in cui ho vissuto tutti i cambiamenti del centro di Milano posso dire di essere la memoria storica della zona 1. In questi anni di lavoro ho sempre cercato di aiutare tutti, colleghi e utenti, anche quando le questioni non erano di mia competenza. Perché a me piace risolvere i problemi, mi dà gratificazione. Ho avuto tante responsabilità e ora vorrei tornare a essere un po’ adolescente, ma con l’esperienza di un adulto”, racconta il commissario.

Cosa farà adesso?

"Come prima cosa vorrei fare un viaggio da solo, tra la Basilicata e l’Abruzzo, a contatto con la natura, tra acqua di mare, laghi e foreste. Nessuna città o luoghi archeologici, solo natura. Poi mi dedicherò a mia moglie, ai miei figli e alle mie grandi passioni, come la musica e la scrittura. Amo suonare la chitarra e ho composto un’ottantina di canzoni che condivido con i miei amici, infatti ironicamente mi definisco il cantautore più sconosciuto del mondo. Ho scritto 1.500 poesie e 22 racconti per bambini e ora mi piacerebbe scrivere anche un libro per raccontare particolari di Milano che ho scoperto grazie al mio lavoro e che non tutti conoscono”.

Un episodio del suo lavoro che non dimenticherà?

“Quando mi chiamarono per la presenza di galline in via della Spiga. Erano di una signora che viveva lì e le teneva libere nel cortile di casa”.

Cosa le resterà nel cuore di questi 40 anni?

“Una grande soddisfazione, quella di aver sempre avuto la fiducia e l’autonomia, sia a livello amministrativo sia a livello politico, da parte di tutti i miei superiori. E anche i rapporti umani con i miei colleghi, che per me sono una seconda famiglia. Ovviamente con loro il legame non si spezzerà e continueremo anche a fare le nostre partite di calcetto settimanali”. 

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