MASSIMILIANO SAGGESE
Cronaca

Pieve Emanuele e Lacchiarella. Tutto fermo tranne le denunce: "Dov’è chi doveva vigilare?"

Bonus 110%, una bomba sociale pronta a esplodere mentre dilaga la protesta per il timore di non vedere...

Bonus 110%, una bomba sociale pronta a esplodere mentre dilaga la protesta per il timore di non vedere mai finiti i lavori. In ballo ci sono a Pieve Emanuele, 900 famiglie di via dei Pini (civici 4, 6 e 7), 40 famiglie di via Mascagni e altrettante in via Roma. A Lacchiarella circa 70 famiglie in via Togliatti e 96 famiglie di via Aspertini. Cantieri fermi, soldi prelevati da cassetti fiscali dei proprietari e palazzine sventrate e lasciate in uno stato indecente. Comune denominatore, la ditta appaltatrice dei lavori: Fenice Srl, società nata a dicembre 2020 con 10mila euro di capitale che, dopo la decisione di portare in tribunale la società subappaltatrice (a giugno 2023), avvia una serie di trasformazioni societarie: prima diventa Fenice Benefit Spa con 2 milioni di capitale versato, qualche mese dopo ecco che Fenice Benefit diventa Sbr costruzioni Spa. Questo avviene immediatamente dopo che Lorenzo Sbraccia, a capo della società, è coinvolto nell’inchiesta sul dossieraggio abusivo: sarebbe stato uno dei principali clienti di Equalize, con un contratto fisso annuale di 400mila euro.

Dopo quattro anni la situazione dei lavori di sisma bonus e dell’ecobonus è a dir poco catastrofica. I lavori partiti in pompa magna a luglio del 2021 avrebbero dovuto essere ultimati nel giro di 9 mesi. Invece oggi la situazione pare essere arrivata a una strada senza uscita. Mentre i cassetti fiscali dei proprietari sono stati "toccati". A seconda della metratura e dei locali delle case sono stati prelevati dai 60.000 ai 250.000 euro. Mentre lo stato dei lavori è difficile da quantificare anche per gli addetti ai lavori. In alcuni casi è stato fatto saltare anche l’amministratore condominiale di alcuni di questi palazzi e ci sono in corso cause per ottenere la documentazione relativa ai lavori.

"Viviamo in un limbo con la spada di Damocle dei lavori che se non saranno finiti e non ci sarà l’aumento di almeno due classi energetiche dovremo restituire di tasca nostra i soldi al fisco - racconta Massimo Saracino, uno degli inquilini di via dei Pini - È ovvio che chi doveva vigilare non l’ha fatto. Finiremo in mezzo ad una strada". Il disastro delle case di Pieve è sotto gli occhi di tutti, ma ci sono delle situazioni, come quella di via Mascagni dove addirittura i residenti vivono con cavi elettrici penzolanti e lasciati scoperti sulle loro teste. Un degrado senza fine. Gli inquilini di Pieve Emanuele, ma anche quelli di Lacchiarella e delle altre realtà dove opera Fenice sono sul piede di guerra da oltre un anno. In questi giorni le forze politiche del centrodestra locale hanno annunciato una raccolta firma ai mercati rionali per chiedere un Consiglio comunale aperto sulla questione.