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Piccolo Teatro, il direttore Escobar lascia: "Spirito di servizio"

Oggi il cda decide come procedere per il successore

Sergio Escobar lascia in anticipo la direzione del Piccolo Teatro di Milano, ventidue anni dopo aver raccolto il testimone alla morte di Giorgio Strehler - fondatore, con Paolo Grassi e Nina Vinchi, di questo che è stato il primo teatro stabile in Italia -, e a cinque anni dalla scomparsa di Luca Ronconi, che praticamente dall’inizio l’aveva affiancato nell’avventura del dopo-Strehler. In anticipo di due mesi perché l’ultimo mandato di Escobar scadeva il prossimo 28 settembre e lui invece, che all’inizio si era reso disponibile a rimanere sino a novembre, ha rassegnato le dimissioni da direttore del teatro "a far data dal prossimo 31 luglio", con una lettera al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. "Con questo spirito, che oso definire “di servizio”", e ripercorrendo nella missiva i successi ottenuti durante la sua direzione, la collaborazione con Ronconi e molti grandi artisti, il pubblico arrivato a 300 mila presenze a stagione, il riconoscimento dell’autonomia per il quale il direttore dimissionario ringrazia Franceschini.

E si dice "certo" che nel giro d’un mese "sarà individuato e nominato un nuovo direttore che saprà proseguire nella continuità di responsabilità e di rinnovamento di scelte il ruolo del Piccolo Teatro. Il nuovo direttore potrà contare sulla mia piena, leale e volontaria disponibilità per garantire il miglior passaggio di consegne nel segno del primato e del rispetto delle Istituzioni, quale il Piccolo è e sarà sempre, che va oltre alle persone cui ne viene affidata la guida".

Escobar tre settimane fa aveva scritto al sindaco Beppe Sala di non voler essere riconfermato alla scadenza, ma l’indomani i lavoratori del Piccolo, con una lettera aperta votata a maggioranza in assemblea, avevano sollecitato in maniera dirompente un cambio della guardia, chiedendo di individuare "con una procedura di selezione chiara e trasparente" "una personalità in grado di progettare una ripartenza, riorganizzare i processi produttivi e ripristinare una modalità corretta nelle relazioni tra i lavoratori, la direzione e la dirigenza"; "una figura di alto profilo culturale, intellettuale e artistico, oltre che di prestigio internazionale, in grado di restituire al Piccolo il suo ruolo di teatro pubblico e di ambasciatore della cultura italiana nel mondo". Quella missiva fu accolta "con stupore" dal Cda, che fece quadrato intorno a Escobar.

Come ieri hanno fatto il ministro Franceschini - "Grazie al suo impegno il teatro ha visto una costante crescita, ha formato centinaia di nuovi artisti ed è divenuto un punto di riferimento per l’intera società realizzando quell’obiettivo di “teatro come servizio pubblico” che i fondatori avevano immaginato nell’immediato dopoguerra" - e il sindaco Sala: ""Sergio Escobar ha segnato la seconda fase storica del Piccolo Teatro", ha dichiarato il primo cittadino, tributandogli "i successi degli spettacoli", "gestionali ed economici", e "gratitudine per ciò che ha saputo dare al Teatro della nostra città".Gi. Bo.