Dopo le intitolazioni a Sesto e Cinisello, Cologno dice ufficialmente "no" a una piazza per Sergio Ramelli, nonostante la proposta di FdI. "Premesso che non c’è oggi né mai ci potrà essere nulla da minimizzare sulla morte di un giovanissimo ragazzo ucciso, va ribadito al contempo con fermezza come nel caso dell’ intestazione di una via al militante di estrema destra lo scopo non sia il ricordo, ma la creazione di un luogo dove celebrare ed esaltare l’orgoglio fascista e non solo". Lo dice Giovanni Cocciro, presidente del consiglio comunale ed esponente Pd, che studiava nello stesso istitututo di Ramelli.
"Intollerabile il tributo pagato dal povero Sergio e dalla sua famiglia. Io frequentavo, come lui l’Itis Molinari dove studiavo come lui chimica Industriale. Il caso umano, di una pesantezza indescrivibile, andrebbe separato dall’aspetto civile e politico perché il rischio di creare confusione è molto grande. Ramelli senza dubbio aveva fatto una scelta legittima quanto si vuole, ma si era schierato dalla parte di una cultura responsabile della devastazione del popolo italiano". Sostanza ma anche metodo. "Le richieste di intitolazione coatte sono state fatte passare da diversi Comuni con una semplice delibera di giunta, cioé di parte - conclude Cocciro -. Altri sono i simboli e i nomi che un’Amministrazione dovrebbe usare se vogliamo parlare di pacificazione. Il delitto del giovane neofascista - assassinato il 29 aprile 1975 in modo vile da estremisti di sinistra - va condannato senza se e senza ma. Senza però cercare improbabili rivincite o mettendo in mezzo un povero ragazzo". La.La.