Piazza mercanti e via Broletto tra musica e rime

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Maurizio

Cucchi

Rieccomi in piazza dei Mercanti, in un’ora di pranzo con gran folla soprattutto di turisti. Saluto il luogo che mi è caro e familiare e arrivo alla Loggia, e alla famosa galleria dei sussurri, dove ci si può mettere davanti a una colonna e bisbigliare qualcosa che verrà udito dalla persona collocata sulla colonna opposta. Ma sono solo e non posso procedere con l’esperimento, anche perché, nel bel mezzo, c’è un signore che illustra le meraviglie del luogo, in una lingua a me purtroppo ignota, a una cerchia di gentili turisti. Scendo ed eccomi alla deliziosa bancarella di libri di Giovanni Sgarban, lì al Passaggio Scuole Palatine. Da tempo non ci venivo, saluto il gentile titolare e vedo esposto un capolavoro dalla gialla copertina raffinata di Scheiwiller: "L’è el dì di mort, alegher,!" del nostro grande Delio Tessa. E oltre tutto a un prezzo ben più che ragionevole. Proseguo sempre attorniato da considerevole folla in movimento che mi fa ritornare ai tempi pre Covid, e mi ritrovo subito in via Broletto. Non posso non riandare con la mente alla vecchia canzone di Sergio Endrigo: "Se passate da via Broletto, al numero 34". Ma quel numero civico non c’è proprio. Sono davanti alla chiesa di San Tomaso e rimando a una prossima passeggiata la visita al suo interno, mentre ritorno sui miei passi per avvicinarmi alla fermata dei tram. Una volta salito sul 14, contento della mia escursione, decido di completarla in modo coerente leggendo qua e là (e godendomi le illustrazioni) da un libro che ho con me. “Storia di Milano“ (sottotitolo “guida per curiosi e ficcanaso“) di Carla De Bernardi, edito in questi giorni da Jaca Book. Un manuale utile ai milanesi stessi, che magari amano la città ignorandone vicende passate e dettagli importanti.

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