Milano, è morto lo storico dell'arte Philippe Daverio/ FOTO

Docente e saggista, ex assessore alla Cultura del Comune, aveva 70 anni. La camera ardente a Brera, mentre i funerali si celebreranno in forma privata

Philippe Daverio

Philippe Daverio

Milano, 2 settembre 2020 - Lutto nel mondo dell'arte e della cultura: è morto, questa notte all'istituto dei Tumori di Milano, Philippe Daverio (LA SCHEDA - CHI ERA). Nato il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Francia, Daverio è scomparso a un mese dai suoi 71 anni.  Lo ha reso noto la regista e direttrice del Franco Parenti Andree Ruth Shammah: "Mi ha scritto suo fratello stamattina per dirmi che Philippe è mancato stanotte".

La camera ardente sarà aperta domani, giovedì 3 settembre, dalle 9.30 alle 18.30, nella sala della Passione, a Brera. Daverio era membro del comitato scientifico e amico di Brera. I funerali si terranno in forma privata, a causa delle restrizioni legate al Covid, il giorno dopo. 

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Shammah ha poi dato la notizia della morte dell'amico anche sui social: "Amico mio ....il tuo silenzio per sempre è un urlo lancinante stamattina". Ha commentato Emanuele Fiano del Pd: "Andree Ruth #Shammah ci da purtroppo notizia della scomparsa di Philippe #Daverio uomo di grande cultura, simpatia e umanità. Una grande perdita per # Milano e per tutti. Sono molto addolorato per la sua scomparsa. Sia lieve a lui la terra". "Una gravissima perdita - ha aggiunto il presidente dell'Anpi provinciale di Milano Roberto Cenati - per il Paese, per Milano, per la cultura, per tutti noi".

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Amico mio ....il tuo silenzio per sempre è un urlo lancinante stamattina

Un post condiviso da Andrée Ruth Shammah (@andreeruthshammah) in data:

Immediato anche il ricordo del sindaco di Milano, Giuseppe Sala. In un post sul suo profilo Facebook ha scritto: "Con Philippe Daverio scompare uno dei grandi protagonisti della vita culturale di Milano degli ultimi decenni. Daverio è stato un innamorato di Milano cui ha sempre dato la forza della sua originalità e della sua competenza, dal Comune alla Scala fino al Museo del Duomo e a Brera". E ancora: "L'ho visto all'opera in tanti frangenti, non sempre ho condiviso le sue posizioni, ma mi ha sempre colpito la sua libertà di pensiero. Soprattutto Milano e l'Italia devono allo spirito internazionale e alla capacità comunicativa di Philippe la sua lotta in difesa del bello e dell'arte del nostro paese di cui fu un instancabile e geniale divulgatore. Grazie, Philippe, and 'save Italy'". 

"Geniale, per certi aspetti unico" ha scritto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, su Facebook, riferendosi a Daverio. E ha proseguito: "Passione e competenza hanno caratterizzato la sua esistenza, sempre segnata da un'energia e una voglia di fare dirompenti. Aveva la Lombardia nel cuore e lo ha dimostrato in mille occasioni con saggi, romanzi, video e i tante altre espressioni". "La Regione e i lombardi lo ricorderanno sempre con affetto e con quella familiarità che sapeva trasmettere in maniera ineguagliabile. Grazie di tutto Professore, - ha concluso il governatore - riposa in pace".

Anche l'assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno, ha ricordato con un post sui social Daverio: "L'Europa come sorgente e destino per la nostra comunità: un'idea potente che Philippe Daverio ha sempre portato avanti, con il suo lavoro di critico e di divulgatore, il suo impegno di appassionato partecipe al dibattito pubblico della società, le responsabilità civili importanti assunte come quella di assessore alla Cultura di Milano negli anni '90".

Un pensiero commosso e una preghiera per Philippe Daverio arrivano dal leader della Lega Matteo Salvini: "Un grande uomo di cultura, capace con il suo stile inconfondibile di raccontare agli italiani lo straordinario patrimonio artistico del nostro Paese. Conservo il ricordo commosso di quando da consigliere comunale a Milano ho avuto il piacere e l'onore di apprezzarne l'impegno come Assessore alla Cultura della Giunta Formentini. Per anni abbiamo lavorato insieme, molte volte abbiamo sorriso, altre volte abbiamo discusso, qualche volta perfino litigato. Ma sempre con rispetto e amore, per Milano, per la bellezza, per l'Italia. Un grande uomo che, come scrive Rudyard Kipling, sapeva "parlare alle folle e conservare la sua virtu', o passeggiare con i Re, senza perdere il contatto con la gente comune".

A ricordare l'intellettuale anche il segretario metropolitano del Pd milanese, Silvia Roggiani: "Philippe Daverio e' stato un grande protagonista della vita culturale della nostra citta'. Uomo brillante e colto, coi suoi modi eclettici e stravaganti, ha saputo trasmettere a tanti, anche giovani, la passione per l'arte. Milano e l'Italia devono tanto a un uomo libero che, col suo genio, ha contribuito a rendere la cultura accessibile e alla portata di tutti".

Secondo il presidente di Confcommercio e Camera di commercio di Milano Carlo Sagalli"con Philippe Daverio Milano e il Paese non perdono solo un grande uomo di cultura ma anche un pensatore lucido e originale, capace di capire e anticipare i cambiamenti e lo sviluppo della nostra società". Sangalli prosegue: "Divulgatore straordinario, Daverio sapeva mettersi in gioco direttamente sia a livello istituzionale che imprenditoriale lasciando il segno anche sul piano internazionale, come testimonia la prestigiosa onorificenza della Lègion d'Honneur concessa dalla Francia. E proprio per questa sua qualità di uomo di cultura e azione era particolarmente apprezzato dal mondo delle imprese".

Nell'apprendere della scomparsa dello storico dell'arte, il ministro per i beni e le attivita' culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha commentato: "Intellettuale di straordinaria umanità, un capace divulgatore della cultura, uno storico dell'arte sensibile e raffinato. Con sagacia e passione, ha accompagnato le italiane e gli italiani nell'affascinante scoperta delle architetture, dei paesaggi, dell'espressione creativa, degli artisti, delle fonti del nostro patrimonio culturale. Tutto questo era Philippe Daverio, un uomo di cui ho sempre apprezzato la grande intelligenza e lo spirito critico e che gia' manca a tutti noi".

Un ricordo anche da parte di Vittorio Sgarbi: "La critica d'arte aveva linguaggi indecifrabili e lontani ma Daverio ha avuto questo ruolo di grande narratore, portando l'arte al popolo ed è stato sicuramente il suo tratto più riconoscibile. Siamo stati come fratelli in un mondo di lupi, entrambi abbiamo fatto attività politica ma senza che questa diventasse politica dell'arte. Lui non faceva il politico ma era molto più politico di noi". 

Su Facebook, il cantautore milanese Morgan ha postato una fotografia che lo immortale insieme a Daverio: "Con lui condividevo la passione per i papillon che lui chiamava rigorosamente cravatta, perché aveva una precisione lessicale sbalorditiva. La cravatta non è quella cosa lunga che hanno tutti, la cravatta è una cosa da annodare che ha una forma di farfalla e oggi non sa più fare nessuno perché le vendono già annodate e le chiamano farfallino. Negli ultimi tempi ci scambiavamo le cravatte, così appagavamo la nostra vanità come bambini, ma una volta fatto il nodo allora si parlava seriamente e temo che sarà dura trovare un amico di pari livello perché Philippe aveva collezionato la cultura in modo anticonvenzionale proprio come la cravatta, e si era trovato ad essere uno scrigno di etimologie e di svelamenti". 

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