DIANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Philippe Daverio, la moglie: "Aveva ancora tanti progetti"

Il dolore di Elena Gregori, la vicinanza della città nella lunga coda alla camera arde

di Annamaria Lazzari

Una bara bianca ricoperta da rose rosse, dalla legion d’onore francese, dagli inconfondibili occhiali tondi e dal mitico papillon. Code sin dal mattino ieri nella Sala della Passione alla Pinacoteca di Brera per dare l’ultimo saluto a Philippe Daverio (oggi i funerali in forma privata), il critico d’arte morto a 70 anni e amato anche dalla gente comune grazie all’abilissimo sforzo divulgativo. "Penso non se lo aspettasse nemmeno lui di andarsene, non dico che fosse giovane ma aveva ancora tantissimi progetti, le bozze di tantissimi libri da finire", ha detto affranta la vedova Elena Gregori. Con l’esperto d’arte, gallerista, saggista, conduttore televisivo (oltre che assessore alla Cultura durante la giunta Formentini) ha trascorso tutta la vita: "Ci siamo conosciuti che avevo 17 anni". L’uomo Daverio nel privato non era altro rispetto al personaggio pubblico: "Era così come lo si vedeva. L’ipocrisia non sapeva neppure cosa fosse. Schietto, nel bene e nel male. Ingombrante anche. Ma più sono ingombranti più lasciano il vuoto", ha aggiunto, confermando l’amore sincero per Milano del marito, sebbene fosse nato a Mulhouse, in Alsazia. "Milano è una città che ha amato subito, da quando è venuto qui per studiare alla Bocconi. La conosceva benissimo". Un legame confermato dal direttore di Brera James Bradburne che ha ricordato come, quando cinque anni fa arrivò in città, fu proprio da Daverio che capì "la profondità della storia di Milano, la complessità della sua organizzazione, e del suo carattere dinamico. Era una persona su cui potevo sempre contare per un parere indipendente, autonomo e non colorato: era un’anima libera, per me una stella polare".

"Era un grande milanese, come quei grandi milanesi che a volte sono milanesi di nascita, ma altre volte è la nostra città che ha la capacità di attrarre valore da chi non è nato qui ma la sposa", ha ricordato il sindaco Giuseppe Sala che ha portato il suo omaggio con l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. L’ex primo cittadino Paolo Pillitteri ha deposto una rosa bianca "perché lui era un uomo libero", il governatore Attilio Fontana lo ha definito "un grande lombardo". Per l’etoile Carla Fracci è stato "un grande uomo". Daverio è morto nella notte fra martedì e mercoledì all’Istituto dei Tumori: le sue condizioni si sarebbero aggravate nell’ultimo mese. "La malattia non l’aveva reso meno socievole", commenta una conoscente, Pia Manni. "Era un uomo che ha usato l’intelligenza in tutto", il ritratto di Roberta Mauri amica da cinquant’anni della famiglia (madrina del figlio dei Daverio, Sebastiano). "Philippe è stato capace di tirarsi fuori da tutto e da tutti nei momenti giusti per ricominciare. Sempre".