Milano riesce ad essere la città con la maggior percentuale di famiglie con figli in Italia e, al tempo stesso, la città nella quale si preferisce farne di meno. Tradotto in numeri: nel capoluogo lombardo ha almeno un figlio il 61% delle famiglie, a fronte di una media nazionale ferma al 49%. Ma il numero medio di figli per famiglia è di 1,52 mentre nel resto del Paese è di 1,63. Sono solo due delle evidenze restituite dall’indagine condotta da Changes Unipol insieme a Ipsos. L’altra evidenza che non ci si aspetta, perlomeno non nella città che da sempre è sinonimo di lavoro, affari e carriera, è che le ragioni per le quali si sceglie di non fare figli il più delle volte non hanno nulla a che vedere con lavoro, affari e carriera ma, più semplicemente, hanno a che fare con un patrimonio avvertito come insufficiente e con spese ritenute troppo alte per il proprio portafoglio.
Anche in questo caso Milano è sopra la media nazionale: nella metropoli lombarda c’è una più ampia fetta di persone che rinunciano a diventare genitori per motivi economici. Dati, gli ultimi due, da leggere in stretta connessione con un malcontento più pronunciato che altrove verso le politiche di sostegno alla natalità. I dettagli, allora. Come anticipato il 61% dei milanesi dichiara di avere almeno un figlio contro una media nazionale del 49%. E le famiglie con un solo bambino risultano pari al 59% del campione, mentre nel resto del Paese valgono il 50% dello stesso. Sotto la Madonnina si hanno, in media, 1,52 figli per famiglia, contro una media nazionale di 1,63.
Eppure per il 39% dei milanesi la composizione ideale del nucleo domestico è quella che contempla due figli. Per il 26% è, invece, quella che contempla addirittura 3 o più figli. Nel mezzo quelli che preferiscono le famiglie con figlio unico: il 35% del totale, non poche. Quando si affronta il tema degli aiuti alla natalità e delle politiche in favore delle famiglie, ben il 70% dei milanesi si dichiara insoddisfatto o poco soddisfatto di quanto offrono le istituzioni. Tra le misure ritenute più utili per incoraggiare la formazione di nuove famiglie c’è sicuramente l’assegno unico universale per ogni figlio a carico, indicato dal 63% degli intervistati. Attenzione, poi, al riscontro sui congedi parentali: il 61% del campione ritiene utile una loro estensione. Quindi il grande tema dell’occupazione delle donne: il 59% dei milanesi coinvolti nel sondaggio crede, infatti, che sia il caso di introdurre incentivi per il lavoro femminile.
Tra le ragioni di maggior malcontento, quando si parla di politiche e aiuti a natalità e famiglie, c’è la scarsità di misure di sostegno economico. Ben il 51% dei milanesi intervistati, infatti, vorrebbe aiuti economici ed in particolare vorrebbe ricevere rimborsi per la scuola e per la baby-sitter, misure alle quali ha fatto esplicito riferimento il 26% del campione. Spesso si parla della necessità di conciliare gli orari del lavoro con quella della famiglia e, più in generale, con quelli della vita sociale: ad evidenziare questo tema è il 32% degli intervistati, tanti sono quelli che vorrebbero più flessibilità negli orari di entrata e di uscita dal posto di lavoro.
Da qui ai milanesi che, invece, non hanno figli. Il 34% del campione, limitatamente a chi non ha prole, fa sapere che non desidera averne. E, come anticipato, spesso non si tratta di una scelta dovuta alla volontà di dedicarsi alla carriera ma al portafoglio, ritenuto, a torto o a ragione, troppo stretto per poter metter su famiglia. La percentuale dei milanesi che imputano proprio a ragioni economiche personali la scelta di non fare figli è infatti del 45% a fronte di una media nazionale del 34%. In particolare, il 18% del campione segnala di soffrire la mancanza di una casa di proprietà, mentre il 15% mette in evidenza la presenza di spese troppo elevate e un costo della vita che spaventa e dissuade dal fare progetti e investimenti impegnativi. Soltanto il 14% dei milanesi indica il lavoro o la volontà di fare carriera nella propria professione come motivi per i quali ha scelto di non avere figli. L’ultima nota è per il sistema pensionistico, che per il 33% sarà l’area più colpita dagli effetti della denatalità. I milanesi sono, invece, meno preoccupati di altri delle possibili conseguenze avverse sul mercato immobiliare (appena il 10% del campione).