Vittoria
Meroni*
Per quanta strada ancora c’è da fare, amerai il finale: nel 2015 così cantava Cesare Cremonini nel suo singolo Buon Viaggio. Quante volte abbiamo cantato in classe questa frase pensando al nostro futuro. Un coro forse un po’ stonato ma pieno di speranza per il domani. Ebbene, il domani è già qui e quella frase non è mai stata così vera come adesso. La mia vita da liceale finisce oggi, nel primo giorno di esaminazioni per la maturità. Niente lacrime o urla di gioia, ma solo un grande sorriso e la tranquillità di chi ha ancora tutto davanti sé. È così infatti che voglio vivere il mio futuro, scoprendolo giorno per giorno. Il liceo stesso mi ha dato la capacità di stupirmi per il bello della vita, per quel non so che di inaspettato che al momento della rivelazione sa essere spettacolare. Alla fine la scuola ci ha resi un po’ tutti degli eterni Faust in cerca di conoscenza, in cerca di quella pienezza che sono tanto disposta a trovare. Perciò è per me giunto il momento di lasciare il liceo ma non per buttarsi tutto alle spalle, bensì per custodire avidamente i ricordi di questi cinque anni che non torneranno più; per fortuna, qualcuno dirà, ma io penso davvero che il liceo abbia giocato un ruolo fondamentale nella mia crescita, sia come studentessa sia come persona. L’ambiente scolastico nel bene e nel male appare come il mondo delle possibilità agli occhi di una ragazzina, e dopo cinque anni sento che quella scuola all’apparenza così fredda ha davvero lasciato in me la sua traccia. Amici, compagni e professori, grazie, parte di quello che sono oggi lo devo a voi.
* Maturanda del liceolinguistico Giordano Bruno