Pensiero critico Ecco l’obiettivo della scuola

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Daniele

Nappo*

Tra i molti e importanti incarichi degli insegnanti c’è quello di far crescere e migliorare la capacità di esprimere il pensiero critico degli studenti, non necessariamente strettamente legato al programma scolastico ma su qualsiasi argomento. In questo periodo, condizionato spesso dalla Didattica a distanza (Dad), si è dovuto improvvisare un “fare scuola”. Purtroppo a distanza tutto si riduce al momento di lezione senza che ragazzi e ragazze possano trovarsi e relazionarsi nel loro ambiente. Si è dovuto dapprima sperimentare e poi inventare un modo per aiutare i giovani a mantenere la socialità, la relazione ed il dialogo, fattori la cui perdita era il pericolo più grande da evitare. Corridoi, aule, androni in ingresso o in uscita sono ‘scomparsi’. Una lezione cosiddetta frontale è sempre, sicuramente, faticosa per gli studenti e per il docente, e lo diventa ancora di più se fatta in conference call. Un motivo in più per sperimentare e far nascere delle didattiche relazionali che abbinino sia i contenuti e gli argomenti del programma a interessi e motivazioni che non fossero solo finalizzati a ricevere un bel voto sul registro. Si è preso spunto dallo stare vicini anche se lontani, dallo stare in un gruppo coeso perché il gruppo fa la forza, e si è dato spazio al ‘Debate’ più comunemente conosciuto come il dibattito argomentativo; questo metodo che prevede e permette, con organizzazione, di affrontare un tema proponendolo come un vero dibattito. Questa modalità di lezione offre, certamente, maggiori sicurezze sia di espressione sia di contenuti che vengono trattati con più cognizione e conoscenza e con un ragionamento che rinforza la trattazione. Affrontare un dibattito con delle basi solide di partenza consente un confronto tra docente e discente che posiziona la relazione in un ambito di compartecipazione tale da creare le suggestioni per aprire la classe ad un cambiamento con spunti anche di vero divertimento. Non vi è dubbio che se i ragazzi sono resi partecipi e soprattutto attivi in un processo e in un’evoluzione della loro conoscenza, la stessa risulterà maggiormente significativa e permanente. Una lezione cosi impostata crea maggiore interesse, migliore partecipazione e le ore di lezioni divengono degli spazi che il docente dedica agli studenti non solo come presenza fisica, ma di spirito e di anima. Si è universalmente capito in tempo di Dad che il ruolo del docente implica comprendere cosa c’è dietro l’apparenza e l’aspetto di un giovane.

*Direttore Istituto Freud

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