A.MOR.
Cronaca

Milano, frodi fiscali sulla manodopera per conto dei clan: tre milioni sequestrati a Pasquale Puglia

Per gli uomini della Dda, “Big boss” – arrestato nel 2023 e condannato per associazione mafiosa a 9 anni - gestiva un’ingegnosa rete di piccole società nate e morte nel giro di poco tempo per non dar nell’occhio e aggirare le regole sulle imposte. I proventi illeciti finivano verso una cosca di 'ndrangheta”, in particolare quella dei Melluso, legata ai Mancuso

Gli uomini del Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano (Archivio)

Gli uomini del Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano (Archivio)

Milano, 8 novembre 2024 – La Guardia di Finanza di Milano sta eseguendo un decreto di sequestro preventivo, per oltre tre milioni di euro, disposto dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale nei confronti di Pasquale Puglia, imputato per riciclaggio e reati tributari, aggravati “dal fine di agevolare un'associazione di stampo mafioso”, e già “condannato in primo grado dal Tribunale di Catanzaro” per associazione mafiosa.

I clan

Pasquale Puglia, 49 anni, originario di Polla in provincia di Salerno, è una vecchia conoscenza degli uomini della Dda di Milano, che indagano da anni sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia e, più precisamente, del clan Accorinti-Melluso di Briatico. 

Nel novembre 2023 Pasquale Puglia viene arrestato nell’ambito dell’operazione “Game Over" che scoperchia un giro di frodi fiscali sulla manodopera attraverso un’ingegnosa rete di piccole società nate e morte nel giro di poco tempo per non dar nell’occhio e aggirare le regole sulle imposte con l’aggravante di aver favorito un’organizzazione di stampo mafioso.

Nel marzo scorso, sempre per gli stessi reati, Pasquale è stato condannato in primo grado a 9 anni nel processo “Costa Pulita” celebrato a Vibo Valentia e scaturito dall’omonima operazione che nel 2017 ha colpito le consorterie Accorinti, Bonavita, Melluso, Il Grande e Mancuso.  

"Big boss”

Nell’ultima inchiesta della Dda , quella per cui è stato arrestato un anno fa e per cui è scattato il sequestro preventivo,  Pasquale Puglia viene indicato come il capo dell’associazione (“Big boss” nelle intercettazioni), amministratore e socio unico o consigliere di diverse società, avrebbe gestito insieme alla moglie Chiara Belloni le società che – secondo l’accusa – somministrano la manodopera reclutandola anche attraverso propri canali. 

Gli accertamenti, condotti dai militari del Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf milanese e della Compagnia di Gorgonzola e coordinati dall'aggiunta Bruna Albertini, hanno approfondito ancora una volta che i proventi illeciti prodotti dal “castello di carta” confluivano verso una cosca di 'ndrangheta”, in particolare quella dei Melluso, legata ai Mancuso.

Il tesoro

Le indagini hanno accertato “una sensibile sproporzione tra i redditi dichiarati dal soggetto”, ritenuto dai giudici “socialmente pericoloso”, e il suo tenore di vita. In particolare, è stato accertato “l'acquisto e il possesso” di immobili a Milano e provincia, oltre a “disponibilità liquide su conti correnti, incompatibili rispetto alle disponibilità lecite attribuibili al nucleo familiare, per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro”.

Le società

Sono attualmente in corso, spiega il procuratore di Milano Marcello Viola in una nota, "le operazioni di immissione in possesso dei beni sequestrati all'amministratore giudiziario nominato dalla Sezione Autonoma Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano”.

Stando agli atti giudiziari, Pasquale Puglia avrebbe gestito, come riportato nelle imputazioni, “cooperative di servizi” in Lombardia, della società Ste, con sede a Gorgonzola, nel Milanese, della Lavoro Italia e della società Argentea, “per conto della cosca e in particolare” per Leonardo Melluso. E avrebbe “imposto” la manodopera, facendo giungere poi i “proventi” illeciti delle attività al clan.