MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Largo Brasilia, papà denuncia: "Nel parchetto mia figlia non può giocare"

Un giovane padre denuncia lo stato di degrado continuo dell’area verde e lancia un appello: "Intervenite"

Presenze moleste a tutte le ore del giorno creano problemi ai più piccoli

Milano, 5 agosto 2020 - «Abbiamo passato quasi due mesi di clausura in casa, noi adulti ma soprattutto i bambini. Ora, fa rabbia constatare che i problemi di prima, rimasti ‘in una bolla sospesa’ durante il lockdown, sono tornati. In certi casi, amplificati: in largo Brasilia, quartiere Primaticcio, il parchetto è colonizzato da persone che bivaccano e bevono alcol giorno e notte. Io ho smesso di portarci la mia bambina e, come me, fanno molti altri genitori. Si può fare qualcosa?".

A scrivere è un papà di 38 anni che dalle pagine del Giorno si rivolge al sindaco Giuseppe Sala. "Io e molti altri abitanti della zona, puntualmente, ogni venerdì e sabato chiamiamo la polizia locale per il solito, estenuante, chiassoso, alcolico, ripetitivo problema dei gruppi di sudamericani che invadono i parchi della città, senza nessun rispetto né delle persone e né dell’ambiente". Nello specifico, si riferisce al parchetto con area giochi di largo Brasilia, non recintato. "Domenica, dalla mattina fino alle 19.30, c’erano persone che occupavano le panchine, bevendo ettolitri di birra: si ubriacavano, cantavano, disturbavano. Continuando poi durante la notte. Un circolo senza fine. Volevo portare al parchetto mia figlia ma ho desistito. Mi sentivo a disagio, preoccupato. E molti altri genitori hanno fatto lo stesso. Può un cittadino sentirsi a disagio nella propria città? Passiamo notti insonni per questi personaggi che urlano, cantano, si ubriacano, espletano i bisogni vicino agli alberi, mentre c’è gente che urla dal balcone per farli smettere".

A detta del trentottenne, "nessuno interviene. Domenica ho chiamato la polizia locale alle 17, poi mi sono seduto sul balcone a leggere: il libro l’ho finito, la pattuglia la sto ancora aspettando. Questo non è razzismo, è solo questione di rispetto e civiltà. Durante il lockdown, i controlli erano continui. Un dispiegamento spropositato di forze e ora nulla per i ‘soliti’ problemi? Abbiamo vicino anche un commissariato. Ma la situazione non si risolve, sindaco chiedo a lei un aiuto".