Milano, 32enne paralizzata da cinque anni torna a camminare grazie a un neurostimolatore midollare

L’intervento, il primo in Italia di questo tipo, è stato portato a termine in tre ore all’Ospedale San Raffaele. Il prossimo passo sarà trattare anche lesioni del midollo spinale determinate da malattie neurodegenerative

Milano, 30 maggio 2023 – Cinque anni fa l’incidente sportivo che le ha cambiato la vita, causandole una lesione al midollo e la paralisi alle gambe. Per una giovane donna, in sedia a rotelle, una seconda svolta è arrivata adesso nelle corsie dell’Ospedale San Raffaele di Milano: è tornata a camminare, con l’ausilio di un deambulatore, grazie all’impianto di un neurostimolatore midollare. L’innovativo intervento porta la firma del team di neurochirurghi dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, (Gruppo San Donato), guidato dal professor Pietro Mortini, primario di neurochirurgia e Ordinario presso l’Università Vita – Salute San Raffaele.

La paziente paralizzata che è tornata a camminare grazie al neurotrasmettitore
La paziente paralizzata che è tornata a camminare grazie al neurotrasmettitore

La squadra

Il risultato è stato possibile grazie alla collaborazione con un gruppo di ingegneri dell’Istituto di biorobotica de La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, diretto dal professor Silvestro Micera, esperto di fama internazionale. La paziente sta ancora eseguendo, con ottimi risultati, un complesso percorso riabilitativo definito dal dottor Sandro Iannaccone, primario dell’Unità di Riabilitazione Disturbi Neurologici Cognitivi-Motori.

I prossimi passi

“Stiamo conducendo un protocollo di ricerca clinica avanzata, coordinato dal mio collaboratore, dottor Luigi Albano – Spiega il professor Piero Mortini –, al termine del quale questo intervento potrebbe entrare nella pratica clinica corrente, offrendo una soluzione terapeutica ai pazienti con lesioni midollari. Il prossimo passo sarà trattare anche lesioni del midollo spinale determinate da malattie neurodegenerative, come la sclerosi multipla, nei pazienti che verranno reclutati dall’Unità di Neurologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, diretta dal professor Massimo Filippi”.

Questo protocollo è parte di un programma di ricerca avanzata che Università Vita-Salute San Raffaele e IRCCS Ospedale San Raffaele hanno attivato per sviluppare terapie innovative che si avvalgono di un’interfaccia tra dispositivi elettronici e sistema nervoso centrale per vicariarne le deficienze funzionali.

L’intervento

Il dispositivo impiantato si compone di due parti: un supporto biocompatibile per 32 elettrodi che viene inserito nello spazio epidurale della colonna vertebrale, e un generatore di impulsi, (una sorta di pacemaker) simile a quelli utilizzati nei pazienti con aritmie cardiache, inserito sotto la pelle a livello dell’anca. Gli impulsi vengono erogati al midollo spinale da dove poi transitano ai nervi e ai muscoli.

L’impianto del dispositivo è avvenuto in circa tre ore, attraverso un delicato intervento neurochirurgico mininvasivo, eseguito in monitoraggio neurofisiologico continuo. Il pacemaker è stato poi programmato per garantire l’attivazione coordinata di tutti i muscoli necessari alla deambulazione. Il controllo delle funzioni dello stimolatore è possibile grazie a una serie di opzioni funzionali che possono essere scelte dalla paziente in base alle necessità locomotorie della vita quotidiana.

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