Papalia: "Mi prendevano in giro". E il boss denuncia Klaus Davi

Papalia: "Mi prendevano in giro". E il boss denuncia Klaus Davi

Papalia: "Mi prendevano in giro". E il boss denuncia Klaus Davi

"Una mattina, mentre stavo camminando nei corridoi del supermercato, mi sono accorto che la gente mi stava guardando e che rideva di me. Non sapevo ancora niente dei manifesti. Sono arrivato al punto in cui non uscivo più di casa perché ogni volta che lo facevo le persone mi prendevano in giro". È il racconto che il boss Rocco Papalia ha fatto davanti al pm Maria Cristina Matassi, ricostruendo la sua versione della vicenda che lo ha portato a denunciare il massmediologo Klaus Davi, colpevole, secondo Papalia, di aver leso la sua reputazione. Tutto risale al 2017, quando in giro per Buccinasco erano comparsi dei manifesti che ritraevano il boss della ‘ndrangheta Rocco Papalia, raffigurato con viso e abiti da donna. Il responsabile dei manifesti era Klaus Davi che voleva "lanciare una provocazione", aveva raccontato Davi. Ma la provocazione che puntava sulla "virilità" non era piaciuta a Papalia, uscito dal carcere pochi mesi prima, dopo aver scontato 26 anni per sequestri, traffici e un omicidio. Nome noto alle cronache e alle carte delle inchieste per mafia, per aver portato la ‘ndrangheta alle porte di Milano.

Essere ritratto vestito da donna è stato per lui un affronto troppo grave, per di più nella "sua" Buccinasco, che ha detto più volte di aver costruito. Papalia ha risposto alle domande della parte civile e da Simona Giannetti, legale di Davi, personaggio che prima ha sostenuto di non conoscere e poi raccontato di "averlo visto in televisione qualche volta. Io non mi vesto da donna – ha continuato in udienza, ascoltato come testimone e parte offesa –, al massimo lui si poteva travestire visto che ha un compagno". Il boss ha accusato il massmediologo, che sarà sentito l’1 dicembre, di averlo diffamato.

Francesca Grillo