
Un palermitano a Milano, la cattedra a Brera, la computer art e i kolossal socialisti. L’incontro col leader nel 1969, ascesa e caduta del creativo di via Fiori Chiari. La seconda vita a Pantelleria, fra opere biodegradabili e il sogno del museo.
È stato lui a inventare il garofano rosso come simbolo del Partito socialista italiano di Bettino Craxi, il simbolo che mandò in soffitta la falce e il martello che il leader socialista detestava. L’artista Filippo Panseca, morto nella notte tra sabato e domenica a 84 anni nell’isola di Pantelleria per le conseguenze di un infarto, non a caso era stato definito "il pupillo" dell’ex segretario del Psi ed ex premier, che aveva conosciuto nel 1969 durante una cena al ristorante All’Angolo in via Fiori Chiari, a Brera, il quartiere degli artisti che frequentava e adorava.
Garofano, dunque, ma non solo. Celebre anche la “Piramide multimediale“, un maxischermo di otto metri che Panseca, “l’architetto della politica“, volle collocare sul palco milanese del 45° Congresso del Psi all’ex Ansaldo nel 1989. Una piramide composta da milioni di led che l’allora ministro dell’Industria, Rino Formica, fece arrivare dall’estero in deroga al limite che era in quel momento previsto in Italia per quel genere di illuminazione. Per il Congresso socialista del 1987 a Rimini, invece, Panseca aveva ideato un tempio pagano colossale. Ma al Giorno, nel 2009, raccontò che l’allestimento congressuale di cui andava maggiormente fiero era "quello che non ho potuto realizzare per il centenario del Psi".
Era il 1992 ed era appena scoppiato lo scandalo di Tangentopoli. Non era più tempo per le scenografie da kolossal per i socialisti: "Il congresso si doveva tenere a Genova e pensai di realizzare un enorme uovo, come l’uovo di Colombo. Si sarebbe materializzato dietro la presidenza, come la piramide". Niente uovo, il Psi doveva far fronte alle accuse che arrivavano dal pool di Mani Pulite. La fine del Psi del segretario meneghino era vicina.
L’artista vicino a Craxi, in ogni caso, non era milanese di nascita, ma di adozione: era nato a Palermo nel 1940 e nell’ultima parte della sua vita aveva scoperto Pantelleria, dove aveva anche creato un piccolo museo. La sua carriera, però, si era svolta quasi tutta nel capoluogo lombardo. Panseca era considerato uno dei padri della “computer art“. E proprio lui, nel 1991, aveva istituito la prima cattedra di Computer Art all’Accademia di Brera.
Non solo. Panseca era stato anche il primo artista a puntare sulle opere biodegradabili che scomparivano nel giro di una stagione profumando l’aria circostante. L’artista ha collaborato con Rai, Mediaset e la Scala di Milano ed è stato designer per Kartell, Martini, Arteluce, Fiorucci, Baghetti. E ha firmato per parecchi anni la scenografia di uno dei programmi Rai più popolari, “La Domenica Sportiva“.