Giovanna
Ferrante*
Dovrà essere il più bello che si trovi in tutta la Cristianità: 4 Maggio 1558. E’ il giorno della posa della prima pietra del Palazzo che dovrà sbalordire i milanesi e sarà dimora di famiglia di Tommaso Marino, un banchiere i cui capitali gli consentono di stringere legami con tutti i potenti del suo tempo. L’architetto incaricato è il più importante dell’epoca: Galeazzo Alessi, nato a Perugia nel 1512, aristocratico, raffinato, del suo soggiorno milanese lascerà forme decorative mirabili. Tommaso Marino ha scelto un’area in prossimità del Duomo e accanto a Santa Maria alla Scala, la chiesa che era stata edificata per volontà di Regina della Scala consorte di Bernabò Visconti. I lavori di costruzione procedono rapidamente, però la sorte dell’uomo che ha fortemente voluto una tale dimora sta cambiando, scelte sbagliate sul piano finanziario, un tenore di vita esagerato, le difficoltà economiche si moltiplicano, nulla sembra poter rallentare la caduta. Accumula debiti, la voragine si amplia sempre più, la somma che deve restituire è da capogiro. La costruzione del suo Palazzo, realizzato per tre quarti, deve essere sospesa. Rimane incompiuta testimonianza nella pietra di quello che fu la sua strabiliante ricchezza. Nel 1577, cinque anni dopo la morte di Tommaso Marino, pignoramento del Palazzo da parte dell’Amministrazione pubblica. Nella seconda metà del Settecento sotto il governo di Maria Teresa d’Austria, diversi interventi di restauro affidati alla guida dell’architetto Piermarini, poi nel Palazzo troveranno sede: la Regia Camera dei Conti, la Regia Intendenza Generale, la Tesoreria, il Dazio Grande, la Cassa Imperiale del Banco di Vienna. Durante le 5 Giornate sarà il luogo deputato per il Governo Provvisorio della Lombardia. Il 19 Settembre 1861 diventerà ufficialmente la sede del Comune di Milano. Circa trent’anni dopo Luca Beltrami porterà a compimento il progetto della nuova facciata su Piazza della Scala.
*Scrittrice