MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Milano, lo sfogo di Chiara: "Papà è morto di Covid, chi nega non ha rispetto"

Chiara Giordana, 30 anni, ha perso il padre Carlo. Nella lettera, rabbia e commozione: "Oggi camminiamo tra le macerie"

Chiara Giordana con il papà Carlo

Milano, 20 agosto 2020 - Lo scorso 18 giugno avrebbe voluto festeggiare i suoi 30 anni con il padre accanto. Ma non ha potuto, perché se n’è andato ad aprile. Ucciso dal Covid a 75 anni. Il suo cuore spezzato ora le dà la forza di parlare, sia per onorare la memoria del suo papà, Carlo Giordana, che è stato un artista, sia per gridare al mondo: «Sono arrabbiata». «Arrabbiata con un altro tipo di virus, quello dell’arroganza e dell’ignoranza che dilaga nelle viscere di troppi. Sono arrabbiata con chi ha gestito questa emergenza, con chi ha messo al primo posto i profitti e non la salute, con chi minimizza, con chi nega, con chi vorrebbe tornare alla vita di prima come se non fosse cambiato nulla». 

Chiara Giordana, milanese, che studia per diventare educatrice, ha pubblicato la sua riflessione sul gruppo Facebook «Noi denunceremo – Verità e giustizia per le vittime di Covid-19». «Temo non ci sarà mai giustizia», dice, «noi meritiamo rispetto». Un rispetto che la ragazza vede assottigliarsi, man mano che il tempo passa, «come se non fosse successo nulla. Non è rispetto dimenticare, né calpestare poche e semplici regole anti contagio». Lo dice una trentenne che ancora non si capacita di aver perso così un genitore: «Mio padre è morto mercoledì 8 aprile. Era in salute, attivo, lucido e non aveva nessuna patologia. Pochissimi capelli bianchi, solo qualche accenno di rughe e occhi profondi, saggi. Era un artista, un artigiano e la persona più generosa che conoscessi». Dipingeva quadri, realizzava trompe-l’oeil (opere che danno l’impressione della tridimensionalità) e si dilettava pure nella street art.

«Ha dato il suo contributo al murale di Elisabetta Mastro, sotto il ponte di piazzale delle Milizie, per i 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci». Chiara si strugge, pensando che per il suo papà non sia stato fatto abbastanza: « Ho l’impressione che la pandemia sia stata come un bombardamento: alcune case sono state colpite e distrutte, altre sono rimaste integre. Chi si è salvato cammina tra le macerie, ma magari fa finta di niente, altri ne negano addirittura l’esistenza, perché a loro è andato tutto bene». E questo atteggiamento alimenta la sua rabbia. «Mi è capitato di sentire persone dire che in realtà il virus non esiste. Chi non ha vissuto una tragedia non può capire che cosa ci è successo. I nostri cari meritano rispetto, così chi è sopravvissuto».